Sport

Calcioscommesse, gli interrogatori in Figc Mauri e Brocchi: “I tifosi stiano tranquilli”

I due centrocampisti della Lazio erano stati tirati in ballo da Gervasoni: sono stati ascoltati in tutto per 8 ore. La Federcalcio non arretra sulla responsabilità oggettiva. Duro Petrucci: "Mi auguro che si faccia pulizia fino in fondo"

Ora tocca alla giustizia sportiva. Dopo il lavoro della Procura di Cremona è toccato oggi a quella della Federcalcio approfondire gli elementi del nuovo scandalo calcioscommesse che fa tremare anche una parte di serie A. Negli uffici romani della procura della Figc oggi sono stati ascoltati i centrocampisti della Lazio Christian Brocchi e Stefano Mauri, tirati in ballo da Carlo Gervasoni (tra coloro che hanno collaborato con i magistrati di Cremona). Ma anche dello stesso ex difensore di Cremonese e Piacenza è stato interrogato ed è stato lui ad uscire per ultimo. Gervasoni è stato trattenuto per oltre 10 ore ed è stato sentito in particolare su quanto aveva affermato ai pm negli interrogatori di dicembre e del 12 marzo. Al termine dell’audizione Gervasoni, già squalificato per 5 anni dalla giustizia sportiva nel processo della scorsa estate per la vicenda del calcioscommesse, non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai cronisti.

Oggi è stato interrogato anche Cristian Bertani, l’ex calciatore del Novara, bomber della serie B e attualmente della Sampdoria, mentre è ancora in corso l’audizione dell’altro ex Novara, Rjiat Shala. L’ex giocatore di Albinoleffe e Piacenza, Kewullay Conteh, è stato ascoltato fuori sede.

I calciatori più noti sfilati oggi alla procura federale sono stati però Mauri e Brocchi. “Sono sereno e tranquillo, ma non posso parlare per il codice di giustizia sportiva – ha dichiarato il primo – L’interrogatorio è durato tanto perché ci sono state molte domande, ma i tifosi laziali possono stare tranquillissimi”. Il giocatore ha dovuto rispondere per circa 3 ore e mezzo su Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, le ultime due partite dello scorso campionato di serie A. “Non ci sono state contestazioni particolari – hanno detto gli avvocati di Mauri, Melandri e Buceti – ma un’illustrazione spontanea della vicenda da parte del giocatore, ci aspettiamo una rapida definizione della questione e dunque l’archiviazione, perché l’estraneità di Mauri è totale e assoluta”. Dopo è stata la volta di Brocchi: “E’ meglio che non parli altrimenti potrei dire cose sconvenienti – ha detto all’uscita – comunque i tifosi non devono dubitare di me”. Brocchi è stato sentito per quasi 5 ore. “Abbiamo definitivamente chiarita la nostra posizione rispetto a questa vicenda, siamo molto sereni perché abbiamo dato la nostra versione rispetto a molte cose che si sono lette sui giornali in questi giorni – spiega il legale del giocatore, Dania Manti – Cristian è molto soddisfatto, ci teneva tantissimo a chiarire la situazione, perché è un ragazzo dedito allo sport, ama il calcio, è una figura specchiata, icona per la gioventù e desiderava dimostrare la sua innocenza ed estraneità ai fatti”.

Sugli interrogatori dei due laziali ha parlato anche il legale della società biancoceleste, Gian Michele Gentile: “La Lazio in questa vicenda non c’entra nulla. Mauri l’ho visto serenissimo, caricatissimo e una persona con sensi di colpa non avrebbe quel rendimento, quella serenità e questo conferma la verità di quello che ha sempre detto al presidente e alla società”. Gentile ha aperto anche il fronte di una revisione delle norme legate alla responsabilità oggettiva: “Se un calciatore rema contro la società è mai possibile che ne risponda la società stessa?”.

A questo interrogativo risponde a distanza il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete: “Da una parte il dibattito e l’approfondimento sono legittimi, ma si deve partire da due chiari impostazioni, una è che si tratta di un presidio del sistema sportivo internazionale ed è quindi destinato a rimanere, la seconda è che si opera all’interno di regole già scritte e quindi stiamo parlando di due riferimenti certi”.

Torna sullo scandalo con parole dure il presidente del Coni Gianni Petrucci: “C’è qualcosa nel Dna delle menti delle persone che non funziona, non nel sistema calcio – spiega – Ma come è possibile pensare di farla franca e che la gente non se ne accorga? L’ufficio indagini sta lavorando bene e il procuratore federale Stefano Palazzi, sta collaborando con le Procure. Voglio ringraziare i procuratori di Bari, Cremona e Napoli, meno male che ci sono questi magistrati seri che stanno facendo venire fuori queste situazioni marce. Mi auguro che si faccia pulizia fino in fondo”.