Bene ha fatto Marco Travaglio a sollevare con forza la questione Rai. Il consiglio in carica non solo è stato scadente, ma è anche scaduto.
Il 28 marzo avrebbero dovuto presentare le dimissioni e fare le valigie.
Il prossimo 4 maggio si svolgerà l’assemblea dei soci. All’ordine del giorno ci sarà l’approvazione del bilancio e, successivamente, la nomina del nuovo consiglio di amministrazione.
Dal momento che il governo è l’azionista, come si comporterà in quella sede? Romperà con i vecchi metodi e annuncerà il superamento della Gasparri?
Chi ha manomesso l’articolo 18, mostrerà i muscoli anche ai signori del conflitto di interessi o alzerà bandiera bianca?
Articolo 21 ha da tempo ripresentato la proposta Tana De Zulueta, l’unica che taglia davvero i cordoni ombelicali e mette fine alle interferenze dei singoli partiti e la sosterrà in ogni sede.
Dal momento che queste nomine, così come quelle per le autoritá di garanzia e di controllo delle comunicazioni, perchè non piantiamo una “Tenda della trasparenza” davanti a viale Mazzini in occasione della prossima assemblea?
Dal momento che gli incappucciati di ogni sorta già discutono nomi e cognomi dei futuri presidenti delle autoritá, della Rai e quant’altro, Perchè non apriamo noi una consultazione pubblica e non raccogliamo proposte pubbliche di candidatura?
Nei giorni scorsi le lettrici e i lettori del Fatto hanno indicato,tra gli altri, i nomi di Stefano Rodotà, di Gustavo Zagrebelsky, di Valerio Onida per la presidenza della repubblica, non potremmo cominciare a indicare profili simili per la Rai e le autoritá di garanzia?