Dopo la sentenza del Tar del marzo 2010, il Consiglio di giustizia amministrativo ha decretato nulli gli atti con cui il comune ha acquisito, espropriato e occupato una parte dei terreni sul quale è sorto il nuovo tribunale costruito otto anni fa
A Gela, settantamila abitanti sulla costa meridionale della Sicilia, l’abusivismo edilizio era uno degli affari più lucrosi della mafia, che da queste parti si chiama Stidda. Case, negozi, palazzi, interi quartieri sorti nel tempo senza uno straccio di licenza edilizia. A lanciare l’allarme negli anni ci hanno pensato i magistrati di questa procura di frontiera, che indagano senza sosta su reati di ogni tipo. Anche il sindaco Angelo Fasulo è convinto che “l’abusivismo come ogni sorta di illegalità è stato negli anni terreno fertile per la criminalità organizzata. Ma lo abbiamo combattuto e i risultati si stanno vedendo nel tempo”.
A Gela però ad essere abusivi non solo i palazzi senza prospetto della periferia. Abusiva è anche una parte del nuovo avveniristico Tribunale della città. A deciderlo è stato il Consiglio di giustizia amministrativo che, dopo la sentenza del Tar del marzo 2010, ha decretato nulli gli atti con cui il comune ha acquisito, espropriato e occupato una parte dei terreni sul quale è sorto il nuovo Palazzo di giustizia gelese costruito otto anni fa. Nel 2009 infatti il comune siciliano decise di completare l’opera costruendo un altro accesso: espropriò quindi un piccolo lotto di terreno nelle vicinanze, demolendo l’edificio esistente, un deposito ortofrutticolo, considerato abusivo e insanabile.
L’amministrazione comunale si era appellata all’articolo 43 del dpr del 2001 che legittimava l’utilizzazione senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico. Solo che quella legge è stata cancellata da una sentenza della Corte Costituzionale. “Non potendo più essere azionato tale meccanismo procedimentale accelerato, deve ritenersi che il Comune abbia unicamente la possibilità di ottenere il consenso della controparte per la stipula di un contratto di vendita, anche con funzione transattiva” scrivono i giudici i giudici amministrativi Riccardo Virgilio e Guido Salemi nelle dieci pagine della sentenza che ha accolto il ricorso degli originari proprietari dell’area su cui si è estesa l’entrata del tribunale.
Il Cga ha anche condannato il Comune di Gela a risarcire i legittimi proprietari dell’aria. Per loro infatti l’occupazione del bene è illegittima e “costituisce illecito permanente, deve pertanto, coprire le voci di danno da questa azione derivanti, dal momento del suo perfezionamento fino alla giuridica regolarizzazione della fattispecie”. “Non contestiamo assolutamente la decisione del Cga, anzi stiamo già cercando di acquisire quel lotto di terreno – spiega il sindaco Fasulo – i proprietari però cercano di negoziare sul prezzo, come d’altra parte è legittimo da parte loro. La cosa che mi dispiace è che il Tribunale di Gela faccia notizia solo per questa vicenda. Non dimentichiamo che il trasloco dal vecchio stabile è stato fatto in tempi record e che adesso i magistrati vogliono venire qui a Gela. Prima non era così. Senza contare che si tratta di uno dei tribunali più efficienti d’Italia”.
In un paese in cui i processi civili durano anche per dieci anni il Tribunale di Gela invece riesce a smaltire i procedimenti con tempi massimi di tre anni: un “anomalia” che ne fa in effetti uno dei tribunali più efficaci d’Italia. Secondo una stima della commissione parlamentare giustizia poi i reati comuni a Gela sarebbero addirittura diminuiti di un terzo da quando gli uffici del Tribunale si sono trasferiti nel nuovo stabile. Che però, come dice il Cga, è parzialmente abusivo.