Un'inchiesta di Bloomberg rivela il disastro della cittadina laziale, vittima di un contratto disastroso con la banca JP Morgan, che ci guadagnava sempre
La ricostruzione di Bloomberg è basata su documenti ufficiali. In particolare sul contratto che l’amministrazione di Cassino firmò nel 2003 con Bear Stearns, banca acquisita nel 2008 dalla Jp Morgan. Obiettivo dell’accordo: trasformare il tasso fisso di un mutuo in un tasso variabile. Il prestito, contratto con la Cassa Depositi e Prestiti al tasso fisso del 4,7 per cento, ammontava a 22,5 milioni di euro. Il contratto con Bear Sterns prevedeva di agganciare l’interesse pagato dal Comune al Dollar Libor, un tasso interbancario. Il contratto funzionava così: Cassino pagava interessi variabili legati al Libor, la banca versava in contropartita un interesse al tasso fisso del 4,7 per cento. Se il Libor era basso, il Comune incassava la differenza. Altrimenti a guadagnare era la banca.
Qual è il problema? Che in quel momento il Dollar Libor era al minimo storico: 1,19 per cento. Una scommessa “estremamente rischiosa”, l’hanno definita gli inquirenti nel 2009 in un’audizione al Senato. Ma l’allora sindaco di Cassino, Bruno Scittarelli, non indugiò. Firmò l’accordo senza cercare offerte concorrenti, scrive Bloomberg citando documenti comunali. Com’è finita? Secondo i calcoli riportati dalla testata statunitense, il contratto derivato permise a Cassino di guadagnare soldi solo il primo anno, nel 2003. Poi, con l’aumento dei tassi di interesse interbancari, i costi per il Comune cominciarono a lievitare. E la banca iniziò ad incassare. Anno dopo anno. Il migliore è stato il 2006, quando l’istituto ha ottenuto dal Comune di Cassino mezzo milione di euro. La cittadina laziale non ha nemmeno potuto beneficiare dello scoppio della crisi finanziaria, nel 2008, quando i tassi di interesse interbancari precipitarono. Nel contratto c’era infatti una clausola che prevedeva il blocco al 4,95 per cento.
L’emorragia è stata interrotta nel 2008, quando il Comune ha fermato i pagamenti e fatto causa a Jp Morgan. L’anno seguente, per chiudere la partita, la banca americana ha pagato alla città 386mila euro come compensazione. Morale della favola? A causa dei derivati, Cassino ha perso 577mila euro, più della metà di quanto spende ogni anno per gli asili nido comunali. Alle domande di Bloomberg l’allora sindaco della città, Bruno Scittarelli, non ha risposto. E così hanno fatto anche i due banchieri che all’epoca firmarono l’accordo: Bonito Oliva, ora a Londra in una società di energia rinnovabile (S2R), e Alberto Guazzi, passato alle dipendenze della svizzera Banca del Ceresio.