Come ogni fede, anche quella politica merita una bella tavola della legge, un decalogo di precetti inviolabili. Ecco cosa deve aver pensato Bobo Maroni, prima di salire sul palco dell’orgoglio padano, intriso di passione leghista e di un irresistibile senso di conquista. Se la leadership è sua, sua è anche la dottrina. Nasce così, prima nel cuore da duro e puro del barbaro sognante, poi sulla pagina Facebook del leader in pectore il decalogo del nuovo Carroccio. Altro che triumvirato, la legge la detta lui.
Primo: i soldi alle sezioni. Secondo: meritocrazia. Terzo: largo ai giovani. Insomma, banalità. Sul podio della nuova Lega dei presunti onesti, figurano le regole da sempre disdegnate in nome di un partito votato al capo unico, in cui la giovinezza, la primavera di bellezza tanto auspicata, è incarnata dal figlio del padrone, uso a sperperare i soldi del movimento. Ma qualcuno aveva già previsto tutto, qualcuno da tempo aveva fornito alla Lega un già ricco patrimonio di precetti, norme morali e regolette pratiche. Gianni Morandi.
Con le sue belle manone aveva vergato il decalogo leghista, incidendo nell’immaginario collettivo più della spada di Alberto da Giussano. «C’è un grande prato verde (nb: Pontida?), dove nascono speranze… questo è il grande prato dell’amore – canta in Un mondo d’amore, e sembra quasi si rivolga al Senatur – Uno non tradirli mai, han fede in te. Due non li deludere, credono in te. Tre non farli piangere, vivono in te. Quattro non li abbandonare, ti mancheranno. Quando avrai le mani stanche tutto lascerai, per le cose belle ti ringrazieranno, piangeranno per gli errori tuoi».
C’è tutta Bergamo qua dentro, tutta la passione della base radunata alla farse leghista, con tanto di corna vichinghe e felpe con il nome della regione di provenienza stampato sopra. Scope con cappi attaccati su, la combo leghista. Ma il grande Gianni aveva già detto tutto quanto: dopotutto il frasario del Carroccio non è tanto di più di una canzonetta, di una filastrocca da ripetere, facile facile. Magari con la voce da neo-predicatore di Bobo Maroni.