La notizia non è ancora ufficiale, ma l'azienda di Bill Gates con questa operazione intende aumentare la sua partecipazione di capitale nel social network. E l'acquisizione potrebbe cambiare anche i rapporti con Yahoo!
In realtà la casa di Redmond possiede già l’1,6% delle azioni di Facebook, ma avrebbe intenzione di aumentare la partecipazione in concomitanza con la quotazione in borsa del social network. Un’ipotesi piuttosto credibile. In primo luogo perché Facebook non ha fatto mistero, nei giorni scorsi, di voler dotare il social network di un sistema di ricerca che permetta di fornire ai suoi utenti risultati “mirati” sulla base dei loro interessi. L’implementazione “da zero” di un sistema simile sarebbe costosissimo e richiederebbe tempi piuttosto lunghi. Acquisendo il team di sviluppo di Bing, invece, il gruppo che fa capo a Zuckerberg potrebbe sfruttare una piattaforma solida e già rodata.
Una cessione non sarebbe sgradita neanche a Microsoft, che sostiene il progetto Bing da qualche anno con l’obiettivo di contrastare il monopolio di Google nel campo delle ricerche su Internet. Dando un’occhiata ai risultati finanziari, però, si scopre che questa presenza ha un costo piuttosto elevato: la sezione di servizi online di Microsoft perde circa 2,5 miliardi di dollari all’anno e l’azienda potrebbe essere ben felice di liberarsene. Senza contare che l’ingresso in campo di Facebook potrebbe portare a ulteriori difficoltà in un settore in cui Google detiene ancora il 60% del mercato.
Un eventuale vendita di Bing a Facebook porterebbe a uno stravolgimento delle posizioni sulla scacchiera e avrebbe ripercussioni anche in altre vicende, come quella dei rapporti tra Facebook e Yahoo!. Le due società si stanno affrontando in tribunale a causa di una denuncia di Yahoo! per la violazione di brevetti presentata a metà dello scorso marzo. Dopo la contro-denuncia di Facebook, l’acquisizione di Bing potrebbe segnare il punto decisivo per Zuckerberg. Da qualche anno, infatti, Yahoo! ha abbandonato il proprio sistema di indicizzazione delle pagine web e per offrire i risultati di ricerca sulla sua pagina sfrutta proprio Bing. La società guidata da Scott Thompson si troverebbe quindi a dipendere, più o meno indirettamente, da Facebook. L’esito delle cause in corso, a quel punto, sarebbe scontato.