Dalle strade alle scuole, dalle fogne alle fontane fino alla metro e alla linea Tav: il "record" dell'imprenditore arrestato con il consigliere Nicoli Cristiani. Dal 2002 ad oggi la sua società ha vinto 108 appalti e 86 subappalti. Con lavori di dubbia qualità e il sospetto impiego di scorie o rifiuti
I 108 appalti valgono in totale più di 140 milioni di euro. C’è un po’ di tutto nella lista: lavori per la manutenzione e la costruzione di strade, manutenzione e realizzazione di edifici scolastici, opere su sistemi fognari e anche interventi di ripristino delle fontane cittadine, come quelli appaltati dal Comune di Milano nel 2010 per un valore di oltre 1,1 milioni di euro. Spiccano poi i 36,7 milioni per i lavori legati alla realizzazione del tratto Famagosta-Assago della linea 2 del metrò, commissionati nel 2005 dalla società Metropolitana Milanese. O l’appalto da 6,3 milioni affidato nel 2009 dalla provincia di Bergamo per la costruzione del tratto della nuova strada provinciale 91 da Costa di Mezzate a Chiudono.
“Non possiamo sottovalutare una presenza così massiccia, nelle opere pubbliche, di un’azienda sulle cui modalità stanno emergendo gravi sospetti – dichiara Sola – Circostanze oscure, sia nelle relazioni con gli enti territoriali, sia nell’effettiva esecuzione dei lavori”. Come quelli per il tratto tra Cassano d’Adda e Chieri della BreBeMi: lì la Locatelli, secondo i magistrati della procura di Brescia, ha depositato rifiuti che avrebbe dovuto trasformare in materiale non pericoloso, ma che in realtà non sono stati decontaminati. Un caso che non è l’unico a essere sospetto: il 21 marzo scorso all’azienda è stato sequestrato il cantiere del polo scolastico di Treviolo (Bergamo), dove i pm di Bergamo credono siano state riversate 45 tonnellate di scorie di fonderia, materiale in cui sarebbero state rivelate tracce di cromo esavalente. E qui le preoccupazioni vanno a uno dei 108 appalti: quello per la costruzione di un’altra scuola, la materna in via Lumière a Bergamo, lavori da 1,4 milioni di euro affidati nel maggio 2006 e conclusi nel settembre 2007.
In Lombardia la Locatelli lavorava molto. E ha preso appalti fino all’ultimo. È del luglio 2011 l’aggiudicazione di una gara da 57 milioni di euro per la progettazione esecutiva e la realizzazione della variante alla SS 639 compresa nei comuni di Lecco, Vercurago e Calolziocorte, un’opera voluta dalla provincia di Lecco. Eppure la società era finita già nel 2009, pur senza conseguenze penali, nelle carte di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano per aver subappaltato ad aziende del clan Paparo lavori nei cantieri Tav.
“La radiografia degli interventi del gruppo Locatelli – continua Sola – suggerisce l’esecuzione di accertamenti mirati da parte di Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ndr). Dall’elenco dei cantieri andranno selezionate le opere più critiche dal punto di vista ambientale e per la salute dei cittadini. Ci faremo carico di sollecitare tutti i relativi controlli, che dovranno essere gestiti con la massima trasparenza”. Controlli su cui l’amministrazione regionale sinora è sembrata latitante. Anzi, nei piani alti del Pirellone, Nicoli Cristiani portava avanti un’attività di lobbying per favorire Locatelli. Come quando cercava di organizzargli un incontro con Paolo Alli, sottosegretario del governatore Roberto Formigoni con delega all’attuazione del programma di Expo 2015. L’ex vice presidente del consiglio regionale ne parla il 14 novembre scorso in una telefonata intercettata con Giuseppe Rotondaro, dirigente dell’Arpa finito anche lui agli arresti: dell’incontro “Formiga sa tutto”, dice Nicoli Cristiani. Un appuntamento per aiutare Locatelli a mettere le mani su una nuova torta. Quella dell’Expo.