Davanti all’ingresso c’è la statua di Giuseppe Garibaldi, ma questa volta i mille alle sue spalle non sono i suoi uomini armati. L’Italia portata all’unità dall’Eroe dei due mondi è tutta racchiusa nelle stanze del Palazzo del Governatore, nella piazza centrale di Parma, nella mostra “I mille. Scatti per una storia d’Italia” (dal 14 aprile al 10 giugno 2012). Mille come i garibaldini, mille come le fotografie di grandi autori che rivelano altrettanti volti di una nazione. Un’allusione quindi voluta, come spiegano i curatori, perché proprio come i mille, anche gli scatti selezionati dagli archivi del Csac (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma, raccontano il percorso dell’Italia dall’unità ai nostri giorni, e proprio per questo l’iniziativa è inserita nell’ambito delle celebrazioni per il centocinquantenario dell’Unità.
Quello che la mostra organizzata dal Csac in collaborazione con il Comune di Parma propone è un percorso in cui si ricorda, si scopre, ci si perde e ci si stupisce attraverso cinque grandi temi: storie, paesaggio, ritratto, lavoro e rituali. Così la narrazione si sviluppa, tra scatti a colori e in bianco e nero, raccontando gli anni dell’Italia, quelli che si studiano sui libri di storia e di cui si fa fatica a riconoscere le immagini, così diverse dalle fotografie a cui si è abituati oggi, e quelli più recenti di cui siamo stati testimoni, che non sembrano nemmeno ancora così passati da rientrare a tutti gli effetti nella “storia”.
Ci sono i ritratti dei senatori del regno del 1861 per la prima riunione a Torino capitale, realizzati dai più importanti atelier fotografici italiani, tra cui Milano, Bologna e Palermo, ma anche da alcuni autori stranieri. Accanto all’Italia nobile e aristocratica, c’è anche quella contadina, dell’estremo Sud raccontato dai fieri volti di briganti e brigantesse, di contadini e donne con il velo sul capo nei borghi di paesini in mezzo al nulla. Nelle Storie raccontate per immagini ci sono le rivolte popolari del 1898 con gli eccidi del generale Bava Beccaris di Luca Comerio, fino alle guerre mondiali e al fascismo, con la popolazione che si trasforma nel modo di vivere e di vestire, per finire raccolta a pezzi nelle bare dopo i bombardamenti.
Altri respiri e altre suggestioni nella sezione dedicata al Paesaggio, in cui si ritrova l’Italia dei monumenti e di un nuovo modo di rappresentare il territorio di Anderson e Alinari, che si evolve e si trasforma con le pubblicazioni del Touring Club di Bruno Stefani. Si passa poi alla fase del realismo e dell’astrazione con Nino Migliori, fino all’arrivo dei media e della pubblicità che contaminano l’arte della fotografia. Nuovi spazi e nuovi modi di rappresentarli si scoprono nei fotocollage di Mario Cresci, che stacca sagome gialle da scatti di paesaggi in bianco e nero, o nelle opere di Olivo Barbieri, Mimmo Jodice e Giovanni Chiaromonte. Dal territorio alle persone il passo è breve, in un’ottica in cui uno Stato è fatto soprattutto da chi ci vive e chi ci lavora. Tra gli scatti dedicati al Lavoro si scorgono i profili delle mondine con le gambe nude, chinate sulle risaie, o i volti dei contadini piegati in campagne sterminate di Federico Patellani, o ancora gli operai in fabbrica, tra il fumo e il vapore, ritratti da Cuchi White e Mario Giacomelli. Specchio di un’Italia che evolve e cambia, ci sono poi i ritratti della collettività nella sezione Rituali: proteste operaie, contestazione giovanile, immagini della classe politica con i fotografi della “scuola romana” come Nicola Sansone. Poi le feste paesane della Campania e le grandi tragedie come il terremoto di Messina, fino ai funerali di Papa Giovanni XXIII e i personaggi della televisione come Sandra Milo, o i ritratti dei poeti Giuseppe Ungaretti e Alda Merini.
Mille fotografie che raccontano l’Italia, la sua storia e la sua identità, fatta di tanti protagonisti diversi immortalati negli scatti di grandi autori che insieme formano il ritratto di uno Stato a 150 anni dalla sua nascita.
Per informazioni: tel. 0521 218929-218669; eventiculturali@comune.parma.it; CSAC: tel. 0521 033652, csac@unipr.it