E’ finita con un bilancio di quarantatré denunciati, sette feriti tra gli agenti di Polizia e l’arresto di un ragazzo di 17 anni di Genzano di Roma la manifestazione di ieri contro l’inceneritore di Albano, città dei Castelli romani ad una ventina di chilometri dalla capitale. Il corteo – che ha visto la partecipazione di quasi tremila persone, nonostante il maltempo – si era svolto senza particolari problemi fino al tardo pomeriggio. Secondo la versione fornita dalla Questura di Roma, quando ormai la testa del corteo aveva raggiunto il punto terminale della manifestazione, un gruppo di “duecento ragazzi hanno tentato di occupare la via Nettunense”, lanciando sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine. Una versione respinta dagli organizzatori: “Eravamo entrati da poco a piazza Mazzini – raccontano – quando circa duecento liceali hanno cercato di occupare la via Appia, per poi scendere su una strada secondaria. A quel punto sono stati inseguiti per circa settecento metri da una trentina di agenti. La via Nettunense si trova a cinque chilometri dalla piazza ed è assurdo pensare ad un tentativo di blocco”.


video tratto dal canale di jhon smith

La questura di Roma nel suo comunicato parla di sette agenti rimasti feriti negli scontri, che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. Secondo le testimonianze raccolte da ilfattoquotidiano.it l’episodio più grave riguarderebbe un funzionario della Digos colpito da un sasso sulla parte posteriore del casco.

Quando la situazione sembrava risolta, dopo qualche momento di tensione e di scontri, la Polizia avrebbe deciso di fermare il ragazzo poi arrestato, indicato dagli agenti come uno dei presunti autori del lancio di sassi. Secondo la ricostruzione fornita dagli organizzatori della manifestazione in realtà il sedicenne era stato già identificato dagli agenti del locale commissariato, che erano riusciti a farsi consegnare i documenti. “Improvvisamente tre gruppi di agenti – raccontano gli organizzatori – hanno iniziato a cercare il ragazzo, che era stato circondato dai suoi amici”. Una volta fermato – dopo una caccia all’uomo durata diversi minuti – un gruppo di manifestanti si è riunito sotto il commissariato, per capire cosa stava accadendo. Quaranta di loro sono stati identificati e denunciati con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

L’opposizione alla costruzione di un inceneritore ad Albano – voluto da un consorzio tra Acea, Ama e il gruppo Cerroni – dura da cinque anni. Nel 2008 l’impianto era stato autorizzato dalla giunta Marrazzo, con una procedura che inizialmente era stata cassata dal Tar, su ricorso dei comitati. Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha annullato la decisione di primo grado, dando il via libera alla realizzazione dell’opera. La sentenza, uscita a metà marzo, era stata anticipata da una dichiarazione del ministro Corrado Clini, denunciato per questo motivo dai comitati dei cittadini. Dal 2007 ad oggi si sono svolte decine di manifestazioni e sit-in senza particolari problemi di ordine pubblico. Secondo i comitati locali l’inceneritore avrebbe un impatto ambientale estremamente pesante soprattutto sulle falde acquifere, particolarmente delicate in questa zona, già colpita dall’emergenza arsenico. L’impianto dovrebbe nascere di fianco ai sette invasi della discarica gestita da Manlio Cerroni, che serve i comuni nella zona sud della provincia di Roma. La maggior parte delle amministrazioni comunali dell’area si è già dichiarata contraria alla realizzazione dell’impianto.

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