Alle 7 di domani mattina Valter Lavitola atterrerà a Fiumicino e ad attenderlo troverà i carabinieri del nucleo provinciale di Bari che lo accompagneranno a Regina Coeli. Questa la poco gloriosa conclusione di otto mesi di latitanza trascorsi dal faccendiere, amico di Berlusconi ma anche (dice) di quel Giampy Tarantini che procurava escort all’ex premier, tra Panama, Venezuela, Brasile e Argentina.
Negli ultimi spiccioli di libertà, prima di partire da Buenos Aires in un’intervista mandata in onda questa a La7 Lavitola ha affermato che intende collaborare con la giustizia e vuol far credere che le sue condizioni economiche non sono così floride come sembra. I primi a interrogarlo saranno i magistrati di Bari, finora gli unici che hanno emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. La prima domanda che gli faranno riguarderà probabilmente proprio il motivo di questo suo girovagare. Lui ha già anticipato che in quei viaggi, seguiti passo passo attraverso le intercettazioni disposte da tre procure che indagano sul suo conto, non c’era nulla di misterioso o illegale: viaggi di lavoro per consolidare la sua attività legata al commercio ittico. Attività secondaria, visto che ha già fatto richiesta all’Inpgi del sussidio di disoccupazione dopo il licenziamento dall’Avanti che aveva continuato a dirigere dal Sudamerica.
Lavitola non intende danneggiare Berlusconi, su questo non c’è dubbio. Anzi tenterà di salvare anche il povero Giampy, cui si dice affezionato, come del resto lo era alla moglie. Insomma cercherà di convincere i magistrati di Bari che il suo ruolo non era affatto quello, contestatogli con l’articolo 377 bis, di indurre l’imprenditore barese a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria. Quali? Ad esempio che Berlusconi ignorava che le ragazze condotte da Gianpy a Palazzo Grazioli fossero prostitute. Ma proprio per questo motivo, secondo i pm baresi, avrebbe ricevuto 500 mila euro dall’allora presidente del Consiglio, in modo da foraggiare lo stesso Tarantini, trattenendo però almeno la metà per sè.
Ufficialmente l’ex premier non è indagato, ma nessuno esclude che proprio nelle prossime ore si saprà la verità se Berlusconi abbia o no comprato il silenzio dell’imprenditore barese. Ma perché mai Lavitola sarebbe in difficoltà economica se ha tenuto per sé quei 250 mila euro? E davvero, in questi mesi, non ha avuto contatti con Silvio ben disposto a sostenere non soltanto le olgettine, ma tutti coloro che si sono trovati coinvolti in vicende giudiziarie per aver partecipato alle sue “cene eleganti”? Domande alle quali, nel pomeriggio, quando era ancora sulla scaletta dell’aereo che lo riportava in Italia, Lavitola ha preferito non rispondere assicurando che avrebbe spiegato tutto ai magistrati.
Non soltanto quelli baresi, perché a indagare sul suo conto sono anche le procure di Napoli e Roma tra conflitti di competenza, discordanze tra pm, gip e tribunali del riesame, ipotesi di reato mutate. Se a Bari è accusato di aver indotto Tarantini al silenzio, a Roma al contrario dovrà rispondere di tentata estorsione per quel mezzo milione che doveva servire a tenere le bocche cucite sul contesto in cui si svolgevano le sue “feste”. A Napoli viene invece contestato al giornalista, nonché imprenditore ittico, il reato di corruzione internazionale nella sua qualità di ex consulente finmeccanica a Panama, ma anche l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode fiscale per le “opacità” ravvisate nella gestione del quotidiano l’Avanti che tra il 1997 e il 2009 ha ottenuto contributi statali per oltre 23 milioni. Poi la rivelazione di segreto d’ufficio, la diffamazione e la corruzione nell’inchiesta P4 avendo lavitola avrebbe promesso al carabiniere La Monica il suo interessamento per farlo entrare all’Aise (‘ex Sismi), in cambio di informazioni su un presunto coinvolgimento dell’ ex governatore campano Bassolino in un’indagine sul termovalorizzatore di Acerra. Quanto rimarrà in carcere? “Spero il meno possibile”, si augura il faccendiere con un pizzico di apprensione nella voce. In realtà la sua partita comincia proprio ora.