L’imprenditore, che ora dovrà rispondere non più di tentato omicidio ma di omicidio, confessò che il 2 aprile aveva versato il cianuro nell’aperitivo offerto a Fontana, titolare di una farmacia in via Forze Armate. Il farmacista venne immediatamente ricoverato in condizioni disperate all’istituto clinico Città Studi.
“Rivoleva indietro i soldi, mi faceva pressioni pesanti”. Questa la spiegazione data da Bona al gip Elisabetta Meyer. L’avvelenamento è avvenuto due lunedì fa, per liberarsi di un debito contratto nel 2006 contratto per aprire due società di commercio di farmaci. Le aziende aperte da Bona avevano subito prodotto utili, ma aveva dovute liquidarle tra il 2010 e il 2011, a causa della difficile congiuntura economica.
Il legale Andrea Benzi, avvocato d’ufficio, confermato da Bona come suo legale di fiducia: “Il gesto, pur nella sua tragicità, è stato dettato da una forte esasperazione”.