Sembra un film di Alfred Hitchcock, ma è tutto vero. Un reality in giallo tra indizi, suspense e colpi scena. Succede questo. Le procure di Cremona, Bari e Napoli indagano su Football Gomorra, alla sbarra allibratori asiatici, calciatori e ‘zingari’ d’oltre Adriatico. Mentre si prepara un’estate rovente e cataclismica per le classifiche, da Pescara (vicino L’Aquila, nel terzo anniversario del terremoto) il circo del calcio all’improvviso si ferma, non per scandalistici sconquassi, ma in morte di Piermario Morosini. Non basta, perché in attesa di responso autoptico e test tossicologico sul centrocampista del Livorno, dall’ospedale di Lucca arriva adesso la notizia della scomparsa di Carlo Petrini, grande accusatore di doping e calcio scommesse. Avviene così, tutto di getto, senza intervalli, dietrologia, né un regista occulto…

Di Petrini si possono dire tante cose. Belle e brutte, buone e cattive. E molte, sicuramente, da oggi se ne scriveranno ancora, riassumendo in prosa la biografia scorretta di un attaccante scomodo, invischiato tra debiti, scandali e colpi di testa. Gola profonda, bugiardo, eroe pentito in cerca di riscatto, liberatore inascoltato. Chiamatelo come volete, fate un po’ voi. Però non dite che Carlo Petrini è stato uno dei tanti.

In dote lascia film e pagine d’inchiesta a futura memoria, scritte per rileggere storia recente e misfatti del nostro calcio. Nel fango del dio pallone, è il j’accuse di un centravanti nato che difficilmente sarà dimenticato.

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