L'ex leader degli Skiantos demolisce il Blasco: "Fuori dall'Italia è un fenomeno inspiegabile, con quel canto biascicato e dal cliché dell'urlo volgare e ridicolo"
“Ho fatto ascoltare Vasco Rossi ad alcuni amici anglosassoni che sono rimasti allibiti dal canto biascicato e dal clichè dell’urlo volgare e ridicolo. E’ la parodia di se’ stesso. Non a caso commercialmente non è mai uscito dai nostri confini”. E come spiegare allora questa fama nazionale? “Perché Vasco Rossi vive della pigrizia abitudinaria del pubblico italiano, che si sente culturalmente rassicurato dai vecchi miti. Sarebbe meglio il silenzio artistico in favore di una ispirazione autentica”.
Freak ha espresso queste opinioni senza essere a conoscenza dell’ennesimo sfogo umoral-telematico di Vasco. “Gli Skiantos sono stati i primi a lanciare l’hard rock e il punk in Italia. I nostri testi, definiti da noi stessi ‘demenziali’, non erano per questo goliardici, e non hanno mai raggiunto la volgarità spontanea di quelli di Vasco Rossi. Basta pensare a Colpa d’Alfredo, un emblema di machismo e razzismo che ritengo insopportabile”.
L’invettiva contro Vasco Rossi proviene da un autore non convenzionale “Questa idea di Vasco Rossi trasgressivo è ridicola. Nel 1966 Lou Reed muoveva i primi passi nei Velvet Underground, parlando in modo esplicito del consumo di eroina. Faceva il ritratto di una generazione” puntualizza Freak “non l’autoritratto di un provincialotto sregolato.” E continua “In Inghilterra c’erano nello stesso anno i Rolling Stones che parlavano dell’abuso di pillole antidepressive nella società del consumismo. Tutto questo venti anni prima del boom commerciale di Vasco Rossi”. E prima delle sue terapie farmacologiche, verrebbe da aggiungere.
Certo, mettendo in ballo certi nomi internazionali della storia del rock i paragoni sono decisamente a svantaggio del cantautore di Zocca; informato dello sfogo via web di Vasco, Freak Antoni ha concluso “questa volta, signor Rossi, gli ‘spari sopra’ che ha esploso da Facebook erano per personaggi sinceramente da Croce Rossa. Troppo facile farsi pubblicità così”.
di Federico Mascagni