“Ridateci la scuola”. E’ il grido dei bambini e dei genitori del plesso “Tenente Onorato” dell’istituto comprensivo di Sferracavallo (Palermo) che nei giorni scorsi hanno bloccato il traffico per due ore. Una protesta contro la proposta di doppi turni a seguito del crollo di un pezzo di soffitto in un corridoio della scuola che impone alla dirigente di non far entrare più di cento persone.

E’ la Sicilia. Ogni volta che vado nella terra di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Gesualdo Bufalino e Danilo Dolci, tocco con mano quanto le scuole siano abbandonate. Lasciate al loro destino. Sembra che della scuola non interessi a nessuno. In Sicilia si fanno i turni per poter studiare. Non è la prima volta che segno sul taccuino queste parole.

Gli istituti sono fatiscenti: a Sferracavallo la scuola è priva di scale d’emergenza e di impianto per gli idranti. Dal 2008 il Comune aveva annunciato lavori di ristrutturazione mai visti. E i genitori arrivano al punto di usare le maniere forti a Sferracavallo come a Montepellegrino dove alla scuola elementare “Lambruschini” hanno occupato le classi per denunciare fognature otturate, tubi rotti, muri scrostati, soffitti con mattoni forati. Chiusa da due anni anche la primaria “Rosario Greco” a Mondello, la materna “Parisi” al Borgo Vecchio. Tre nidi sono sbarrati da anni e alla media “Gregorio Russo” a Borgonuovo la palestra e alcune classi sono inagibili.

Secondo i dati del Rapporto Ecosistema Scuola sull’edilizia scolastica di Legambiente, in Sicilia il 62,98% delle scuole necessita d’interventi urgenti di manutenzione. Solo il 25,99% degli istituti ha l’idoneità statica e l’agibilità la detengono il 27,40% delle scuole. Un ultimo numero: il 94,26% degli edifici sono a rischio sismico. Eppure nel sito del Miur, la campagna “La scuola in chiaro” che consente di vedere tutti i dati sugli istituti italiani non riporta un solo numero sulla situazione dell’edilizia.

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