Si chiama Parlamento europeo pulito e va avanti da tre anni quando nel marzo 2009 lanciai l’iniziativa sul mio blog richiamandomi a quella omonima avviata da Beppe Grillo per il Parlamento nazionale in occasione del V-Day e sottoscritta da oltre 350mila cittadini ma rimasta in un cassetto del Senato (chissà che un giorno Napolitano non faccia un monito anche su questo!).
L’iniziativa cerca di sensibilizzare al problema a livello europeo contando sulla (presunta o reale che sia) maggiore sensibilità degli stranieri a queste tematiche.
La richiesta è quella di modificare l’atto per le elezioni europee del 1976 al fine di inserirvi l’ineggibilità per i condannati.
Migliaia di firme sono state inviate al Parlamento e alla Commissione europea, ne ha scritto la stampa europea e in Italia ovviamente solo il Fatto Quotidiano. La campagna ha avuto un seguito così forte che a fine settembre del 2010 fui invitato in qualità di primo firmataro per un intervenuto alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo
Sono arrivate promesse di intervento da parte di esponenti della Commissione Affari Costituzionali (di seguito Afco) nel quadro delle modifiche all’Atto del 1976 che stava portando avanti. Il relatore del progetto di modifica, l’Europarlamentare inglese Andrew Duff (Alde), pur non in sintonia con la nostra proposta era arrivato a ipotizzare di inserire una sorta di “right of recall” in vigore in alcuni paesi anglosassoni, in pratica il potere di “richiamare” (vedi alla voce licenziare) i propri eletti (vedi alla voce dipendenti) così come abbiamo il potere di eleggerli.
Gli allora europarlamentari dell’Idv (Alfano, De Magistris, Iovine, Rinaldi, Uggias, Vattimo e Gualtieri del Pd/S&D presentarono due diversi emendamenti che andavano nella direzione della nostra mobilitazione ma purtroppo furono bocciati in Commissione AFCO dall’alleanza Ppe/Alde (questi ultimi colleghi di gruppo degli eurodeputati Idv!)
Ci dissero che al passaggio del testo in Plenaria si sarebbe intervenuto di nuovo per riproporre gli emendamenti bocciati in Commissione ma intanto è passato un anno, non ci si può “rilassare” un attimo che tutto finisce nel dimenticatoio. Da qui l’esigenza di farci sentire nuovamente e più forti di prima!
Noi non si chiede nient’altro che una disposizione europea esistente già, a livello nazionale, in diversi paesi europei come ad esempio l’Austria dove la legge federale sulle elezioni prevede che chi è stato in carcere per più di un anno non possa essere eletto al Parlamento. O come in Danimarca dove chi è stato condannato per un reato che rende questa persona “indegna” non può essere eletto al Parlamento e se la condanna arriva durante il mandato il parlamentare deve dimettersi. Ciò è accaduto ad esempio all’ex leader del Partito Progressista Mogens Glistrup, andò in prigione dopo una “semplice” condanna per frode fiscale. Il Parlamento danese lo considerò indegno di sedere in Parlamento e votò la sua espulsione. Pensate cosa farebbero lì a un condannato come Dell’Utri?
Cominciamo ad attivarci quindi perché se gli eurodeputati si mostrano sordi alle richieste di centinaia di migliaia di cittadini europei che li hanno eletti per rappresentarli vorrà dire che Parlamento Europeo Pulito potrebbe essere la prima “Iniziativa Europea dei Cittadini“, lo strumento legislativo popolare creato dal Trattato di Lisbona ed entrato in vigore lo scorso 1° Aprile che permetterà, raccogliendo almeno un milione di firme in tutta Europa, di far approvare una legge di iniziativa popolare europea.
Vedremo così se la parola democrazia ha ancora un senso in Europa o se ci sia bisogno di attendere l’arrivo al Parlamento Europeo del Movimento 5 Stelle (magari in collaborazione con il Partito dei Pirati tedesco).
ATTIVATI ANCHE TU PER UN PARLAMENTO EUROPEO SENZA CONDANNATI! ECCO COSA PUOI FARE:
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