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Lombardia, dimissioni del leghista Boni “Faccio come Bossi, è per il bene del partito”

L'ex presidente del consiglio regionale: "Ho deciso da solo, nessuno me l'ha chiesto. L'ho fatto per agevolare una serena condizione politica per il movimento". Ieri aveva lasciato l'assessore Rizzi. Ma Formigoni non molla: "Resto fino al 2015"

Il leghista Davide Boni si dimetterà da presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Boni, indagato per corruzione, ha convocato una conferenza stampa nel pomeriggio, quando darà l’annuncio ufficiale: resterà consigliere regionale.

“In funzione di quanto ha fatto il mio segretario federale, Umberto Bossi, che ha fatto un passo indietro per agevolare una serena condizione politica per il movimento – ha scritto Boni – faccio anch’io un passo indietro, precisando che nessuno me l’ha mai chiesto, in totale autonomia, quindi, ed in assenza di qualsivoglia nuovo elemento riguardante le indagini che mi hanno mio malgrado coinvolto”.

“Dopo 22 anni di militanza – continua Boni in una nota – non posso e non voglio però fare altro, ancora una volta, che seguire l’esempio del mio segretario federale Bossi al quale già rimisi il mandato un mese fa. Se fa un passo indietro lui, diviene un imperativo morale per me seguirlo”. L’esponente della Lega conferma infine che finora ha sempre avuto la fiducia di via Bellerio, dopo l’emergere dell’indagine per corruzione a suo carico, a inizio marzo: “Il triumvirato sia in precedenza sia in occasione della riunione con i consiglieri regionali, durante la quale sono state discusse le dimissioni di Monica Rizzi, non ha mai chiesto le mie dimissioni, rinnovandomi la fiducia”. La stessa cosa che “peraltro fin da subito la segreteria politica federale, alla quale ho dato le mie spiegazioni, mi ha concesso fiducia incondizionata, confermandola nel tempo”.

Maroni: “Gesto apprezzabile”. “E’ un gesto apprezzabile” ha commentato le dimissioni Roberto Maroni. Il successore di Boni sarà scelto, ha spiegato, in una riunione. “Voglio che in Regione Lombardia si affermi il nostro nuovo principio: largo ai giovani – ha detto – Ne abbiamo tanti, sceglieremo un giovane che vada a presiedere il Consiglio regionale”. Nel gruppo della Lega Nord, che conta venti consiglieri, circa un quarto ha meno di quarant’anni – fra di loro l’ex assessore milanese Max Orsatti e l’ex assessore monzese Massimiliano Romeo – anche se l’unico ad essere alla seconda legislatura è Fabrizio Cecchetti, di Rho, classe 1977.

La “pulizia”. E’ l’ennesimo passo indietro di un esponente leghista da ruoli istituzionali e di partito. Solo ieri si era dimessa l’assessore regionale lombardo allo sport Monica Rizzi e in precedenza si erano succeduti i noti casi di Renzo Bossi che ha lasciato il posto da consigliere regionale e del padre Umberto da segretario federale del partito. L’ultima a resistere resta, come noto, è la vicepresidente del Senato Rosi Mauro, che proprio per questo è stata espulsa dal partito insieme all’ex tesoriere degli scandali Francesco Belsito.

In questo caso non c’è stata nessuna pressione, a quanto pare, da parte della Lega Nord nei confronti di Boni: ieri nel corso di un incontro in via Bellerio i vertici del Carroccio gli hanno dato carta bianca. La decisione insomma è stata definita più di sensibilità e opportunità politica e quindi è stata rimessa allo stesso presidente del consiglio regionale in un periodo, tuttavia, nel quale la parola chiave che sta trascinando la Lega, scandito in particolare da Roberto Maroni, è “pulizia”.

Le inchieste sulla Regione. Ma, da un altro lato, Boni rappresenta anche uno dei tanti segmenti delle vicende giudiziarie che hanno stravolto la Regione Lombardia. Nel solo ufficio di presidenza L’ex presidente del consiglio regionale lombardo è accusato di corruzione. Uno dei tanti scossoni che però continuano a non spaventare il presidente della Regione Roberto Formigoni che ieri ha reagito dopo che nell’ultimo scandalo sulla sanità (sulla Fondazione Maugeri) risultano coinvolti anche persone vicine a lui e a Comunione e Liberazione e che oggi ribadisce l’intenzione di andare avanti. “In questo momento – ha spiegato alla Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5 – confermo che il mio desiderio è di completare la legislatura fino al 2015 dando dimostrazione che il nostro è e resta e sarà in questi tre anni un buon governo a vantaggio dei cittadini. Non la do certamente vinta, a chi penserebbe di mettermi in fuga o trovare scorciatoie”. Formigoni ha annunciato per il pomeriggio una conferenza stampa.

Secondo Formigoni “ci sono gruppi di potere che dopo Berlusconi vogliono spazzare via” anche Formigoni e “c’è un clima alimentato da gruppi giornalistici, editoriali e di potere che mirano a spazzare via l’esperienza politica più importante dopo Berlusconi. Dopo aver abbattuto il governo Berlusconi, puntano sull’esperienza di Formigoni in Lombardia perché è la più importante dal punto di vista politico”. Infine sulle ultime rivelazioni circa le vacanze pagate da Pierangelo Daccò, Formigoni risponde di nuovo di non avere “nulla da rimproverarsi”.