Conti positivi. I tagli alle auto di servizio e alle spese per i dirigenti fanno arrivare risorse dall'Europa
Nonostante i tagli generalizzati al Fondo di finanziamento ordinario decisi dal governo, l’Ateneo bolognese è riuscito ad avere dal Ministero maggiori risorse premio grazie ai risultati ottenuti nella didattica e della ricerca. A fronte infatti di un calo nazionale medio del 7,5%, la riduzione dell’Università di Bologna si è fermata al 3%. E se Roma fa economia, Bruxelles invece dimostra di credere nell’Alma Mater. Per quanto riguarda le entrate proprie, c’è stato infatti un incremento dei fondi europei, aumentati di 1 milione e 300 mila euro rispetto al 2010 (pari al 9,3%). Più risorse anche dagli enti pubblici (aumentati del 54% rispetto al 2010), e in particolare dalla Regione, che nell’ultimo anno ha investito sui programmi dell’Unione Europea per la realizzazione dei tecnopoli.
Per quanto riguarda le spese, l’Alma Mater ha puntato su servizi e borse di studio. Sono state utilizzate risorse aggiuntive di bilancio per nuove sale studio, per le associazioni studentesche, per i servizi di orientamento allo studio, per le borse di studio e per il sostegno ai redditi più bassi. In particolare l’Università ricorda come sia riuscita a garantire i soldi ai 284 studenti idonei ma non assegnatari di borsa di studio a causa dell’insufficienza di fondi. Aumentate di 2 milioni anche le uscire per la ricerca e per l’internalizzazione.
I costi per il personale sono diminuiti del 6,4% rispetto al 2010 in larga parte per effetto dei vincoli legati al turnover e al blocco degli stipendi disposti dalle recenti manovre governative. In particolare è calata del 12,3% la spesa per dirigenti, grazie a un taglio di 370 mila euro. L’Ateneo fa sapere poi di aver rispettato il limite di legge “sull’incidenza massima delle spese di personale sul totale delle assegnazioni ministeriali”, e di aver stretto al cinghia su alcune voce di spesa, così come imposto dalla legge. In particolare sono diminuiti i costi di mostre, pubblicità, spese di manutenzione e noleggio di auto, e delle attività per le pubbliche relazioni. Sacrifici che hanno permesso di restituire allo Stato quasi 2 milioni di euro.