L'ex direttore dell'Avanti è rientrato in Italia, ma non sembra intenzionato a raccontare i segreti del Cavaliere. Di cui, secondo diverse testimonianze, sarebbe a conoscenza. Un suo sodale racconta dei rapporti con il leader socialista, di cui sarebbe stato un "pupillo"
Insomma Lavitola è tornato. Dopo mesi di annunci e smentite, dopo le ricorrenti indiscrezioni su memoriali e rivelazioni, Valterino è atterrato a Fiumicino alle 6 e 41 di ieri mattina. Immediatamente gli sono state notificate due nuove ordinanze di arresto da parte del Gip di Napoli: la prima per corruzione internazionale nei confronti del presidente di Panama, Riccardo Martinelli, e la seconda per le presunte truffe sui contributi all’editoria con il senatore Sergio De Gregorio, sul quale pende a Palazzo Madama una richiesta di autorizzazione agli arresti domiciliari. Le due nuove richieste di arresto dei pm Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio ed Henry John Woodcock si aggiungono alla terza, “l’inchiesta madre”, per le pressioni sull’imprenditore Gianpi Tarantini perché non facesse dichiarazioni sulla sua estate a base di escort, stavolta nell’interesse di Berlusconi, stranamente non indagato a Bari dove il fascicolo è approdato.
VIDEO – LAVITOLA ARRESTATO A FIUMICINO
Lavitola era latitante dalla fine di agosto 2011 quando – è bene ricordarlo – in una telefonata intercettata il Cavaliere gli consigliò di “restare all’estero”. E lui stesso rivela di essere fuggito all’estero giusto prima che Panorama pubblicasse la notizia dell’inchiesta sul presunto ricatto al presidente del consiglio, “perché io e il presidente del Consiglio lo sapevamo tre quattro giorni prima, tanto che non è un caso che io non ci stavo”. Dopo 8 mesi ha deciso di non seguire più il consiglio del ricco amico. Parlerà di lui?
VIDEO – LAVITOLA: “NON ACCUSERO’ B.”
Sui rapporti tra Lavitola e l’ex premier sono interessanti le confidenze fatte all’ex sodale Mauro Velocci e riferite poi da questo ai pm napoletani: “Lavitola è molto legato a Berlusconi con il quale si sentiva sovente al telefono. Per quello che mi ha detto lo stesso Lavitola, la conoscenza e il legame tra lo stesso Lavitola e Berlusconi risale ai tempi di Craxi (la famiglia Craxi smentisce ndr); (…) Mi ha raccontato che lui era il ‘pupillo ’ di Craxi e che quando Craxi, da latitante, fuggì in Tunisia, a lui era affidato il compito di portare i soldi in contanti (…); il Lavitola faceva da “spola”tra Berlusconi e Craxi portando a quest’ultimo i soldi che gli servivano per la sua latitanza; (…) Il Lavitola mi ha detto che Berlusconi non lo avrebbe mai abbandonato in quanto lui conosceva troppi particolari compromettenti (…). A conferma di ciò vi posso dire di avere aver assistito io stesso a telefonate tra Lavitola e Berlusconi e a telefonate nelle quali il Lavitola trattava bruscamente la segretaria di Berlusconi”.
L’avvocato di Lavitola, Gaetano Balice, annuncia: “Lavitola è venuto dall’Argentina appositamente per chiarire tutte le vicende oggetto delle nuove ordinanze di custodia, cioè gli affari con Panama e quelli relativi all’Avanti!, contestazioni che già conoscevamo”. Sulle questioni relative a Berlusconi però il legale resta abbottonato: “Non ne ho discusso con Lavitola e se lo avessi fatto non ne parlerei con i giornalisti”. Per sapere cosa dirà Valterino bisognerà attendere domani l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Napoli Dario Gallo.
VIDEO – LAVITOLA ENTRA A POGGIOREALE
Intanto ci si può fare un’idea attraverso le dichiarazioni della sorella. Maria Lavitola viene sentita la prima volta il 14 febbraio e fa scena muta. Tre giorni dopo si ripresenta e spiega: “Verso il novembre del 2011, quando mio fratello si trovava ancora Panama mi incontrai con Neire Cassia Pepes Gomez (collaboratrice di Valter ndr) a Roma… Neire mi disse che aveva delle ‘direttive’ che doveva trasferire all’avvocato Fredella (un civilista ndr) inoltre doveva portargli una lettera scritta da Valter che aveva a oggetto Berlusconi. Mi disse che si era recata presso lo studio romano del Fredella e… nel corso dell’incontro telefonò Valter all’avvocato a mezzo di Skype. Gli chiese se Neire gli avesse dato la lettera e l’avvocato rispose di no. A questo punto gli chiese cosa riguardava la lettera e Valter gli mostrò un cartello con sopra scritto “Berlusconi”. A detta della Neire l’avvocato fece un salto sulla sedia di seguito Valter chiuse la conversazione. A questo punto Neire spiegò a voce il contenuto della lettera dicendo che Valter voleva che lui si recasse da Berlusconi per chiedere la somma di 5 milioni di euro. Non appena disse ciò l’avvocato la bloccò e gli disse che non ne voleva sapere nulla. (…) Chiesi a Neire a che titolo Berlusconi dovesse dare questi soldi a mio fratello e lei mi rispose che era una tattica nel senso che se gli dava questi 5 milioni di euro andava tutto bene mentre se non li dava Valter una volta tornato in Italia avrebbe avuto tutte le giustificazioni anche ‘morali’ per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi. Insomma a dire della Neire non bisognava spiegare a Berlusconi il motivo della richiesta. Non c’era bisogno”.
Maria Lavitola sostiene che Neire non portò mai la richiesta del fratello al Cavaliere, ma aggiunge altri particolari sui rapporti di affari tra Valter e Silvio: “Mio fratello Valter circa 20-30 giorni fa mi ha telefonato e mi ha detto di recuperare un contratto di pubblicità stipulato dall’Avanti! con Berlusconi fra il 1998 e il 2002-2003. (…) Gli chiesi cosa significava ‘ Berlusconi ’ e lui mi disse che il contratto era intestato a qualche raggruppamento politico o a qualche società controllata di Berlusconi e che in quel momento non ricordava. Ricordava però che l’importo del contratto era di 800 mila euro o un miliardo e mezzo (di lire ndr) in favore dell’Avanti per prestazioni pubblicitarie. Mi disse che dovevo prendere questo contratto e portarlo a Berlusconi. Gli chiesi perché (…) e lui mi disse testualmente ‘Sono cazzi miei’”. La sorella di Lavitola non asseconda i desideri di Valter.
da Il Fatto Quotidiano del 17 aprile 2012
Aggiornato dalla redazione web alle 11,00