Capire cosa passi per la testa a Vasco Rossi in questo periodo è difficile. Senz’altro più facile tradurre ciò che manda in onda sul web! “I clippini” postati su Facebook non smettono di animare la sua pagina; trattasi di lezioni di vita, destinate ad un esercito di volontari, subordinato ai proclami “del proprio Komandante”, il quale distribuisce ad ogni adunata, perle di saggezza.
Uno spasso per chi lo ama, un tormento per chi lo detesta, infine una tragedia per chi cerca di porre rimedio alle sue malefatte. Ad ogni comandante, infatti, corrisponde un generale e quello di Vasco si chiama Tania Sachs, ovvero colei che amministra da tempi immemori la sua carriera; più che un generale, un sergente di ferro, sicuramente poco incline alle sortite su Facebook del suo assistito. La questione non è di poco conto. È di qualche giorno fa, infatti, il post con il quale il blasco “si è lavato la bocca” attaccando a bruciapelo Claudio Baglioni, Amedeo Minghi e Piero Pelù. Evitando di ripetere le male parole da lui pronunciate, ci si chiede quale possa essere l’intento, forse quello di vendere “L’altra Biografia”? È difficile credere che la questione possa ridursi al semplice calcolo economico, più facile immaginare la figura del cantante vittima di un ego debordante, fuori da ogni logica di controllo.
Si narra che “la signora” – e tutto lo staff – non riesca a controllare le sue irruzioni sul web: Vasco, non ne vuole sapere di battere in ritirata e rilancia semmai, da una Linea Maginot personale, con successivi assalti, se possibile più mirati. Da quel muro invalicabile va ora in onda … “Il Mondo secondo Vasco” in cui tutto è pertinente: lezioni di sesso che ricordano di farlo proteggendosi, moniti precisi su quanto la droga faccia male e poi, la disoccupazione, un cancro della società; in altre parole, un campionario di luoghi comuni imbarazzante, sicuramente peggiore di quanto espresso “dal povero Baglioni” trent’anni fa nelle sue canzoni.
Sarà pur vero che un esercito indivisibile si prepara a contestare quanto affermato dal sottoscritto, ma lo è altrettanto prendere atto che un’armata intera è invece pronta a scendere sul piede di guerra per porre fine al teatrino pietoso.
In cerca di risposte, sono andati Alessandro Alfieri, dottore di ricerca in Scienze Sociali e Filosofiche e Paolo Talanca, critico musicale e saggista. È uscito proprio in questi giorni “Vasco, il Male” (pubblicato da Mimesis Edizioni), un libro che analizza da un punto di vista artistico/sociologico e filosofico “il fenomeno Vasco Rossi”. Abbiamo incontrato Paolo Talanca per approfondire la questione.
1 • Paolo cosa sta succedendo a Vasco? Siamo tutti così preoccupati…
Non so cosa succeda all’uomo Vasco, non mi sono mai sognato di discutere l’uomo, nemmeno nel mio libro.
2 • Tuttavia, A leggere il vostro libro, pare che non vada tutto liscio.
Beh, dal punto di vista artistico succede molto. Semplicemente: dalla metà degli anni Novanta in poi è un altro artista rispetto al periodo precedente.
3 • Ma come? Se adesso le sue canzoni sono entrate in pompa magna anche alla Scala…
Sì ma quali canzoni? Sarà un caso ma praticamente si fermano al 1995.
4 • Quindi, considerando gli ultimi album, credi che farebbe meglio a smettere di suonare per dedicarsi ai clippini? In fondo sono paradossalmente geniali…
Mah sì, forse sarebbe un’idea, però penso che il massimo sarebbe, per assurdo, convogliare tutta l’energia più o meno salubre dei clippini dentro le canzoni. Oramai è un gioco di specchi: credo che l’esaltazione esponenziale e incondizionata dei fans non faccia altro che alimentare l’idea che “non c’è niente che non va”. È una specie di cane che si morde la coda, compiacendosi della prelibatezza del pasto.
5 • Cosa ne pensi dei recenti attacchi a Baglioni, Minghi e Piero Pelù?
Penso che rientrino nella logica dell’identico: un elemento importante di Vasco è sempre stato quello della provocazione. Ma la provocazione nelle canzoni degli anni Ottanta e Novanta ha sempre affondato in temi sociali importanti; oggi mi sembra puro gusto di provocare. Oggi è riproporre una formula che funziona, ma vuota, senza contenuti. Però, certo, funziona: più o meno come funzionano i culi in tv.
6 • Strana coincidenza: tu nel libro parli molto del rapporto Vasco/Baglioni…
Sì esatto. Prendi proprio la polemica con Baglioni: per buona parte del libro io metto a confronto Vasco e Baglioni. È davvero interessante paragonarli in riferimento agli anni Ottanta, per le folle oceaniche e tutto il resto. Oggi invece il confronto si traduce in polemica sterile. Piuttosto è interessante notare come anche la creatività artistica di Baglioni sembra si sia fermata agli anni Novanta. Strane coincidenze, in effetti.
7 • A chi si rivolge il vostro libro? Sei consapevole del fatto che toccare Vasco … “porta rogne”?
Sì ma dipende da come se ne parla. Chi leggerà il libro capirà che non è un attacco sconclusionato. Si rivolge a tutti, perché davvero Vasco piace a tutti i livelli di ceto sociale e istruzione. Il libro lo vedo bene tanto per un corso universitario quanto per un lettore medio che vuole conoscere un punto di vista nuovo su Vasco Rossi.
8 • Ma a Paolo Talanca piace Vasco Rossi?
Guarda: per un certo modo di intendere la canzone è stato il Maradona della canzone italiana.
9 • Ti aspetti reazioni dall’entourage di Vasco?
Non so, di certo non ne cerco. Sia io che Alessandro nel libro abbiamo cercato di motivare il più possibile ogni giudizio, sia negativo che positivo. Fare critica pare sia ancora permesso e a noi piace da pazzi.
9 canzoni 9 … per disertare
Lato A
Guerra • Litfiba
E Se Ci Diranno • Luigi Tenco
Ninna Nanna (per il caro armato) • Ivan Cattaneo
Odore di Polvere da Sparo • Franco Battiato
Lato B
Bullet the Blue Sky • U2
Youth Against Fascism • Sonic Youth
Bulls on Parade • Rage Against the Machine
BYOB • System of a Down
Ode an Die Freude • Ludwig Van Beethoven