Quadrophenia: a MODern world è il titolo della mostra allestita alla galleria ONO del capoluogo emiliano. Scatti di scena dal film di Frank Roddam, dei concerti live della band di Pete Townshend e della derivazione italiana di quell'inglesissimo fenomeno culturale
Ottanta fotografie d’autore che raccontano la storia e lo stile di quella generazione inglese e poi italiana cresciuta tra gli anni sessanta e settanta nel Regno Unito a suon di vespe ultraccessoriate. Punto di partenza iconografico è Quadrophenia, il celebre film di Frank Roddam uscito nel 1979 che, sulle tracce dell’album omonimo degli Who (1973), rilanciò una moda culturale ed estetica che rivede nuovamente la luce in odierni locali bolognesi come il Covo.
“Mod non è una vera e propria moda ma un’attitudine e sfugge ad ogni etichetta e periodizzazione cominciando dal significato della parola stessa, Mod che sta per Modernist, termine ancor più indefinibile”, spiegano i curatori della mostra Maurizio Guidoni, Vittoria Mainoldi e Elena Pullega, “Quello che è certo è che Mod è uno stile unico ed elitario fatto di codici ricercati che dal cuore dell’Inghilterra proletaria raggiunse anche l’Italia”.
Ed è comunque molto bizzarro ripercorrere le tappe di questo raffronto iconico tra Mod originale inglese e Mod copia italiano, nella piccola ed attrezzata galleria Ono di via Santa Margherita. Si passa dagli scatti inediti di Adrian Boot, il fotografo di scena del film Quadrophenia che immortala Sting, Phil Daniels e Leslie Ash in pausa set sugli affollati moli di Brighton prima delle fragorose battaglie tra Mod e le bande rivali dei Rockers, e si arriva ai Mod nostrani, quelli immortalati in foto amatoriali nei primi anni ottanta che già variavano l’impronta originale con l’inserimento del bomber al post del Parka e si ritrovavano più prosaicamente sul litorale romagnolo.
Estrema destra o estrema sinistra (skin e ska), politicizzazione o non politicizzazione, le sottocorrenti Mod in Inghilterra e poi in Italia furono prima di tutto un moto di ribellione sociale con almeno tre revival dopo la nascita tra il 1958-’62: la prima nel post 1979 dopo il film di Roddam, la seconda negli anni novanta, la terza ai nostri giorni in una maniera ancora non definibile culturalmente ma ben chiara a livello di look e ascolti musicali.
L’odierno rinnovato amore per il northern soul, va infatti a fare il paio con le radici originarie di flirt assoluto con il modern jazz, il r&b, il soul e con la musica degli storici The Who. Questi ultimi, con il loro storico simboletto circolare del bersaglio modello Royal Air Force, sono la punta dell’iceberg del fenomeno cultural musicale Mod soprattutto grazie all’album Quadrophenia del 1973 dove, prima che il leader band Pete Townshend spaccasse come d’abitudine la propria chitarra alla fine dei concerti, si possono ascoltare perle come Cut my hair o I am the sea.
I contributi fotografici sono inoltre di Laura Lee, colei che documentò parecchi scontri a Brighton tra Mods e Rockers; Ian Dickson e David Redfern per la sezione dedicata alle foto sugli Who in concerto e su altri storici gruppi di riferimento Mod immortalati dal vivo come i Jam, i Kinks o gli Small Faces. Infine in loop verrà proiettato il film del 1979 e a rotazione altri titoli very Mod come Fumo di Londra e Absolute Beginners con David Bowie.