L'assessorato ha assegnato l'allestimento dello spazio della Regione alla manifestazione vinicola alla Verona Fiere. Costo: un milione e 652mila euro. Così è rimasta esautorata la Agenzia regionale per l'agricoltura, che si è sempre occupata dell'evento. L'organismo è in regime di spese obbligatorie e ha due bilanci non approvati, ma ha un cda nuovo di zecca con 7 nominati dai partiti
In due diverse interrogazioni, ancora senza risposta, le opposizioni chiedono in particolare perché non si è proceduto ad un bando di gara, ma ad un affidamento diretto a Verona Fiere “con una procedura gravemente anomala”. La Regione ha risposto con una nota evidenziando la correttezza delle procedure e per dimostrarlo ha rimandato al parere dello studio legale Lepore, la cui parcella è costata 15mila euro per esprimersi in merito al procedimento amministrativo relativo alla pratica “Vinitaly 2012”. Anche su questo le opposizioni chiedono “perché il parere non sia stato chiesto gratuitamente all’ufficio legale della Regione”. Il costo per la partecipazione della Regione alla rassegna è stato di un milione e 652mila euro.
L’assessora Birindelli è già coinvolta in una indagine della magistratura viterbese per concorso in tentata estorsione in una vicenda di dossier, guerre interne, iniziata con un finanziamento sospetto ad un giornale locale. Ora arriva anche la bufera sulla rassegna vinicola. L’organizzazione del Vinitaly è sempre stata un’iniziativa gestita dall’Arsial: lo scorso anno il padiglione costò 2 milioni e mezzo, ma con allestimenti diversi e iniziative, quest’anno, cancellate. L’Arsial ha perso una delle sue attività annuali, ma da gennaio ha un consiglio di amministrazione nuovo di zecca, addirittura di 7 componenti come previsto nel bilancio regionale, approvato nel dicembre 2010.
La governatrice Renata Polverini ha usato anche l’Arsial per “occupare” il personale politico Pdl estromesso dopo la mancata presentazione della lista alle regionali. Oggi, dopo due anni da commissario, il presidente di Arsial è Erder Mazzocchi, ex consigliere regionale Pdl, e figlio di Antonio (Pdl), questore della Camera, finito al centro di una inchiesta del Fattoquotidiano.it per la casa comprata a prezzo di favore. Insieme a Mazzocchi da gennaio è entrato in carica il nuovo cda, nominato a settembre, che rappresenta tutti i partiti. I sette componenti costeranno 150 mila euro l’anno. “Bisogna stare attenti – spiega Mazzocchi – io prendo il 70% di un consigliere regionale al mese, ma sulla diaria, quindi guadagno intorno ai 3800 euro, non di più”.
Gli altri componenti sono equamente divisi tra i partiti. Il vicepresidente è Enzo De Santis, sindaco di Ponzano, già presidente di Roma Multiservizi nell’era Alemanno, poi ci sono Enrico Tiero (Pdl), assessore all’agricoltura della provincia di Latina, Rosalba Tombesi, ex capo segreteria del consigliere regionale Rodolfo Gigli (Udc), Carlo Pontesilli (vicino ai Radicali), Alberto Pascucci ( La Destra) e Mauro Buschini ( Pd). Buschini precisa: “ Siamo in carica da gennaio, ma manca la delibera di giunta che fissa i compensi. La regione deve rilanciare questa agenzia che deve tornare ad essere una struttura di supporto tecnico alle imprese agricole”.
Al momento quello che conta è che il cda è entrato in carica mentre l’agenzia non vede approvati i propri bilanci da due anni e ha i soldi solo per pagare il personale circa 130 dipendenti. Intanto proprio in regime di spese obbligatorie la direzione generale dell’agenzia aveva fatto richiesta di conferire un incarico dirigenziale a tempo determinato, richiesta bocciata dalla direzione regionale per il personale perché violava il limite previsto per legge per incarichi a soggetti estranei all’organizzazione.
Non solo. Il cda, tra i primi atti, ha deliberato una proposta di ristrutturazione dell’agenzia. La Cgil ha denunciato una procedura anomala rispetto alla tempistica prevista dalla legge come ha confermato il dipartimento istituzione e territorio della regione che ha bloccato tutto definendo il conseguente provvedimento della direzione generale “illegittimo ed inefficace”.
L’Arsial naviga tra ricorsi, bocciature e nomine. Il direttore generale uscente Rosaria Marino ha avviato un contenzioso davanti al Tar perché non vuole lasciare l’incarico. Il nuovo direttore sarà nominato proprio dal consiglio di amministrazione. Si tratta di una figura importante con uno stipendio annuo intorno ai 200mila euro. I sindacati denunciano che ormai Arsial ha perso specificità, rischia di perdere le attività che svolge da anni non solo il Vinitaly: “Difficile – denunciano – in queste condizioni mettere in piedi le missioni per la vigilanza sugli ogm, sugli agriturismo e, sul settore biologico”. Un’agenzia che dovrebbe catturare anche fondi comunitari e garantire supporto alle aziende per concorrere sullo scenario internazionale. “L’Arsial – promette Mazzocchi – affronta una situazione economica difficile, ma a breve la Regione dovrebbe intervenire, siamo sulla buona strada”. Intanto l’Arsial si gode il nuovo cda e aspetta.
di Nello Trocchia e Ferruccio Sansa