Riprende il nostro viaggio nel mondo della musica cosiddetta underground e andiamo a conoscere gli Above the Tree, progetto che ha visto la luce nel 2007 a opera di Marco Bernacchia, giovane musicista di Senigallia tanto talentuoso quanto misterioso, che quando si esibisce usa nascondersi dietro una maschera da gallo. Artista a tutto tondo, con una laurea in Pittura, dopo aver intrapreso durante l’infanzia un percorso che l’ha portato ad approfondire l’universo della musica classica, ha in seguito barattato il suo primo strumento, il sassofono, con un amplificatore per chitarra elettrica: nasce da qui l’idea di salire su un albero, Above the Tree, appunto. “Antropologicamente è un gesto istintivo nel quale si ricerca un luogo sicuro dove nascondersi e aumentare le proprie possibilità di difesa. Allo stesso tempo, stare su un albero consente di osservare lontano e quindi poter pianificare spostamenti futuri osservando senza ostacoli ciò che avviene intorno. Il distaccarsi dal quotidiano per osservare dall’esterno aiuta a capire bene dove si è. Un processo che in arte è fondamentale come nella vita”. Dal gennaio 2012 con l’uscita del nuovo disco “Wild” per Locomotiv Records il progetto ha assunto una nuova forma con l’aggiunta di Matteo Sideri (E-Side) a completare il suono con un lato più percussivo ed elettronico. Abbiamo intervistato Marco Bernacchia per conoscere più da vicino quest’artista “avanguardista della sperimentazione”, autore di un album di ottima fattura, colonna sonora ideale per quello che potrebbe essere il più bel viaggio che possiate fare: un viaggio introspettivo all’interno di voi stessi.

Marco, Wild” è il titolo del vostro ultimo album le cui sonorità richiamano l’idea del viaggio. Perché avete scelto di intitolarlo così?
Wild
significa selvaggio. il concetto di selvaggio è molto vago, chi può essere considerato selvaggio oggi? Le selve sono state abbattute e con esse l’accezione del termine si è resa volatile. Mettiamoci nei panni di un indiano d’America che vide arrivare un colone europeo capace dell’arte della guerra totale e lui, con le sua frecce e il suo arco che si sentiva trattato e chiamato selvaggio… che cosa avrebbe dovuto pensare dell’altro? Selvaggio è un termine privo di senso inventato da una classe per emanciparsi dall’altra, usato spesso dalla classe più violenta verso quella più pacifica con il solo scopo di invertire i ruoli e giustificare azioni violente verso persone apparentemente rese dalle parole più violente… la teoria del terrore nasce dalle parole usate… quindi questa violenza intrinseca nella parola Wild mi sembrava rispecchiare bene la situazione politica che mi circondava, la tendenza alla “neolingua”, all’inversione della realtà è stato lo strumento politico più vincente e subdolo delle ultime “stagioni” .

Come ti è venuta l’idea di nasconderti dietro una maschera quando ti esibisci? E perché proprio quella di un gallo?
Above the Tree quando suona ha quelle sembianze… ha una faccia diversa, e deriva da un diverso ramo evolutivo. Non vuole apparire ma mentre si nasconde si rende più visibile… altri controsensi.

Mi descriveresti il metodo di composizione dei brani? E da cosa sono stati ispirati?
I brani, fino ad ora, sono sempre nati con la composizione alla chitarra in solitudine, le armonie non sono mai state fissate su carta, non esistono accordi né note precostituite, spesso mi intono con ciò che mi circonda, ascolto i suoni che compongono il mio silenzio e duetto con loro, cerco sempre di usare un metodo empirico basato sul caos. Successivamente la ripetizione di una successione di accordi o di note è ripetuta all’infinito fino a trovare dentro di me una regola che genera strutture mai uguali a se stesse che però si mantengono legate tra loro da un filo che unisce l’intento con il risultato senza dare peso al percorso fatto per arrivare in fondo.

È più semplice scrivere un pezzo o trovare un titolo adeguato a ogni tua composizione?
Le note, quando sono sfuse sono solo note, la maniera con la quale si decide di legarle una all’altra ha un senso apparentemente omesso, quel senso, che è la costante di pensiero che si mantiene durante la composizione, è l’anima del brano. Questa anima non ha quasi mai una immagine chiara, non è concreta, non racchiude un titolo preciso, è una fotografia sfocata, è un documento spazio/tempo… è così pura che ci si può ritrovare qualsiasi immagine cara che si ha dentro… tra queste si trova, osservando bene anche il titolo che è già presente, deve solo essere stimolato a concretizzarsi.

In che tipo di luoghi preferiscono esibirsi gli Above the Tree?
Quando è partito above the tree nel 2007, la cosa che più mi fremeva era riuscire a portare al numero più alto possibile di persone, nei luoghi più disparati, il mio messaggio. Intendevo mostrare come la creatività non sia un elemento destinato a morire per inerzia in un’élite. Volevo lanciare il messaggio che tutti siamo in grado di fare e se tutti facessimo un cambiamento sarebbe possibile. Quello che volevo dimostrare era che usando la propria immaginazione era possibile provare a vivere la propria vita in una democrazia sostanziale, nel rispetto dell’altro e soprattutto nel rispetto di se stessi.

Quanto credi siano importanti per un musicista come te Internet e la tecnologia in generale?
Internet è diventato uno strumento di massa dopo essere stato uno strumento di guerra. Con tutti i pro e tutti i contro che racchiude al suo interno ci si potrebbe scrivere un’enciclopedia. Chiaramente ci sono delle isole felici nelle quale sono possibili cose, scambi di idee, nuove angolazioni dalle quali osservare il mondo, questi luoghi sono entusiasmanti… è anche vero che però ci sono così tante informazioni discordanti che riuscire a capire dov’è la verità è molto complicato. Comunque, usato nella giusta direzione, è sicuramente uno strumento fondamentale, ti consente di organizzare e coordinare cose in tutto il mondo a costo quasi zero, è grazie a questo tipo di possibilità che io oggi posso fare quello che faccio. Però nel lato oscuro si nasconde un mondo così triste e solitario allarmante… si sono generate nuove malattie, nuove dipendenze, così tanto nuove che nessun si preoccupa di curare.

Avete in programma una tournée?
Tutte le date del nostro tour , che è iniziato in Ucraina in dicembre e che in Italia è già partito da gennaio le si possono vedere sul sito di Vertigo.

E per chi fosse interessato a conoscere in modo più approfondito gli Above the Tree basta recarsi sul loro profilo myspace o sulla loro pagina facebook.
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