Il leader del Pd parla a 'Radio anch'io' sulle politiche del 2013, quando ognuno dei tre leader dei partiti di maggioranza tornerà a percorrere la sua strada. "Se questa esperienza può seminare qualcosa di buono, lo può fare anche in tema di civilizzazione del bipolarismo"
“Lo statuto dice che candidato premier è il segretario – ha spiegato-, ma io non intendo essere candidato andando dal notaio”. Nel partito, ha specificato, “abbiamo i nostri organismi, potremmo fare larghe consultazioni” ma ha garantito di essere “a disposizione”, e stop con i personalismi e i leader carismatici. “Il carisma è un dono di Dio – ha puntualizzato -, chi pensa di averlo è un presuntuoso non un carismatico”, ha detto Bersani.
Poi ha respinto al mittente le critiche di un ascoltatore del Movimento 5 stelle che rimproverava ai partiti di ricorrere ai fondi pubblici invece che all’autofinanziamento. “Ai grillini voglio dire: non pensino di avere inventato l’acqua calda”, ha spiegato il segretario del Pd, “è da quando sono nato che faccio collette e verso soldi al mio partito. Se vogliono – ha aggiunto – gli spiego come si fa. Si stupirebbero delle mie storie”. E sul finanziamento ai partiti ritiene che “basterebbe la buonuscita di una decina di manager” per provvedere a tutti quelli italiani.
Sull’attuale assetto politico per Bersani oggi “siamo in una situazione anomala, non abbiamo una maggioranza di governo con partiti che si ingaggiano” e “questo è un punto di straordinarietà”. E ha puntato il dito al 2013. “Quando si tornerà alla politica, si porrà il tema della caratura tecnica della proposta che le varie aree faranno, e non ci sarà nessun problema”, ha assicurato. Sui tecnici, che “hanno le loro idee”, “il tema della distinzione tecnici-politici è senza fondamento” perché “quando arrivò, Prodi era un tecnico, Ciampi era un tecnico, erano dentro un’area di centrosinistra con un programma”.
Infine, sull’unione Abc, il leader del Pd ha detto che si tratta di “un atto di responsabilità” e “non credo che sia assolutamente una prospettiva politica”, ha sottolineato, “le democrazie respirano con due polmoni. Non cerchiamo delle cose eccezionali”. “Se questa esperienza può seminare qualcosa di buono, lo può fare anche in tema di civilizzazione del bipolarismo”, ha poi aggiunto, “questo è un punto che potremmo acquisire”.