La spesa per la casa di Roma, al Gianicolo, sarebbe stata di 2200 euro mensili. Il proprietario dell'abitazione ha confermato la circostanza agli inquirenti
Con i soldi della Lega Nord veniva pagato l’affitto di casa dell’ex ministro Roberto Calderoli, oggi membro del triumvirato che sta guidando il Carroccio al consiglio federale di giugno. E’ quanto emerge dagli atti sequestrati ed esaminati dai carabinieri del Noe di Roma. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri veniva pagato un fitto di 2.200 euro mensili per un appartamento in via Ugo Bassi al Gianicolo, a Roma.
Le indagini sono state svolte nell’ambito del filone d’inchiesta sulla Lega condotto dai pm di Napoli Curcio, Piscitelli e Woodcock, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco. I carabinieri del Noe hanno interrogato il proprietario dell’appartamento che avrebbe confermato la circostanza.
Mentre nella Lega prosegue la resa dei conti a tutti i livelli (l’ultimo capitolo è la rivelazione di Pini – poi insultato dai compagni di partito – sulle spese dell’ex capogruppo della Lega con la carta del gruppo parlamentare), dagli ambienti giudiziari emerge che all’interno del partito nessuno sapeva dell’investimento “fantasioso” in oro e diamanti dell’ex tesoriere Francesco Belsito, indagato da tre Procure. A via Bellerio i leghisti hanno assicurato che nessuno credeva all’esistenza dei preziosi fino a quando l’altro ieri sono arrivati fisicamente gli 11 diamanti e i lingotti d’oro, restituiti, assieme all’Audi di Renzo Bossi, dall’ex tesoriere.
Stamani per consentire ai pm milanesi di proseguire le indagini sul “tesoro” della Lega da via Bellerio sono state recapitate copie dei certificati relativi alla qualità al peso e al valore degli undici diamanti e dei codici identificativi dei lingotti che furono acquistati da Belsito. Questo servirà ad incrociare i dati con la documentazione già acquisita e capire se diamanti e oro ridati al Carroccio sono gli stessi che Belsito aveva acquistato.
Solo ieri il Carroccio aveva vissuto un’altra giornata di passione dopo lo scandalo che si è abbattuto nelle scorse settimane e un’apparente rappacificazione alla Serata dell’orgoglio leghista di Bergamo. L’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni sarebbe stato infatti oggetto di dossier elaborati da investigatori privati ingaggiati da Belsito. Circostanza confermata dallo stesso ex tesoriere, intervistato da Panorama, ma anche dallo stesso Maroni che ha definito il fatto “gravissimo”.
Sotto il profilo delle indagini, invece, aveva assunto particolare significato quanto Il Fatto aveva scritto nell’edizione di ieri: gli ordini d’acquisto dei diamanti sono firmati dai senatori Piergiorgio Stiffoni e Rosi Mauro, quest’ultima, come noto, espulsa dal consiglio federale del partito. La vicepresidente del Senato a Matrix aveva replicato che i diamanti li ha comprati non con soldi della Lega, ma con i “suoi risparmi”.