Il presidente onorario di Fondiaria Sai Salvatore Ligresti è indagato dalla Procura di Milano per aggiotaggio in concorso con Giancarlo De Filippo, uomo d’affari monegasco al quale la procura riconduce i due trust off shore sui quali sono depositati il 20% di azioni di Premafin. Le stesse azioni sono state sequestrate oggi dalla Guardia di Finanza di Milano su delega del pm Luigi Orsi, dopo l’ordinanza di sequestro preventivo del gip Roberto Rinaldi.
L’inchiesta ha permesso di riscontrare che il valore del predetto titolo sarebbe stato oggetto di manipolazione per il tramite delle partecipazioni detenute da enti controllati dai citati trust, provocandone una sensibile alterazione del prezzo delle azioni.
I due trust delle Bahamas sono Evergreen e Heritage e, secondo i magistrati, sono stati gestiti negli ultimi due anni da De Filippo, collaboratore di Ligresti. Per Heritage è stato soltanto un trustee (cioè un amministratore), per Evergreen un asset manager, una sorta di gestore di patrimoni (di fatto investiva le azioni). La genesi di questa quota “misteriosa” risale al 1993, quando tra gli azionisti di Premafin compare con l’8,6% la Mapam, un trust riconducibile a Ligresti, che proprio in quell’anno aveva comunicato la riduzione della quota in Premafin ‘ufficiale’ dal 74,52% al 50,01%. Dopo il 2003 Mapam ha girato le azioni a un primo trust, The Silver Spring, e in seguito a The Heritage Trust, a cui ora fa capo il 12,149% di Premafin. La stessa Mapam risulta promotore di The Ever Green Security Trust, che almeno dal luglio 2004 risultava controllare indirettamente oltre il 14% di Premafin, e che ora risulta avere il 7,845%.
La Consob ha rilevato che nel periodo compreso fra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010 le società che fanno capo a questi due trust hanno comprato tutti i giorni in chiusura di borsa azioni Premafin.
Un’attività, quella di acquisto di azioni Premafin in chiusura di scambi, quando il titolo è particolarmente sensibile e influenzabile, che è stata condotta in maniera così sistematica che i trust, di fatto, non vi hanno guadagnato nulla, ma, ad avviso della Procura, a beneficiarne sarebbe stata proprio la famiglia Ligresti. Secondo la Consob, i trust sono stati costituiti nel 1993 da Salvatore Ligresti e fino al 2003 sono riferiti allo stesso Ligresti. Da ciò ne conseguirebbe, ad avviso degli inquirenti, che De Filippo non avrebbe agito in autonomia da Ligresti. Elemento che si evincerebbe dal fatto che De Filippo ha investito il 60% su Premafin. Ma non è tutto. L’intermediario cui De Filippo ha dato l’incarico di acquistare titoli è Niccolò Lucchini, di Lugano, che lo stesso De Filippo ha dichiarato essergli stato presentato da Ligresti.
Il reato che si verrebbe dunque a delineare per entrambi è quello di aggiotaggio preventivo. La necessità di sequestrare le azioni di Premafin è emerso dal fatto che si tratta di quelle in grado di influenzare il mercato.
Nei giorni scorsi lo stesso pm Orsi aveva chiesto il fallimento delle holding private della famiglia Ligresti Sinergia e Imco, inoltrando la richiesta inoltrata alla sezione fallimentare del tribunale di Milano. Sinergia, la cassaforte della famiglia dell’ingegnere di Paternò, detiene il 20% di Premafin, oltre a una serie di terreni e proprietà immobiliari, mentre Imco è la società di costruzioni del gruppo. Sembra diventare sempre più complicato, infine, il “matrimonio d’interessi” tra Fonsai e Unipol e non solo perché la compagnia assicurativa bolognese ha chiesto di detenere il 66,7 per cento delle azioni.