In un paese nel quale la corruzione trionfa e i partiti scialano centinaia di milioni di euro senza controlli, malgrado un referendum che ne aveva abolito il finanziamento pubblico, da 13 anni non si riesce a ratificare la Convenzione contro la corruzione emessa dalla Ue nel 1999.
Né il decantato governo tecnico Napolitano-Monti riesce a presentare uno straccio di legge sull’argomento.
In compenso l’emiro del Qatar rivela a Monti che la corruzione scoraggia gli investimenti in Italia!
Ma non era l’articolo 18?

E per l’emiro hip hip hip urrà!

Ogni giorno, sfogliando i quotidiani,
aumentano sconforto e incazzatura
e non si sa fin quando gli italiani
accetteranno simile bruttura.

La Lombardia è in pratica una cella
affollata da ceffi d’ogni risma
e Formigoni è l’unico brighella,
Domini memor, fuor del cataclisma.

A Napoli Lavitola è in galera
dopo aver mezzo Panama corrotto
e caimani e faccendieri in fitta schiera
per ciò che può svelar se la fan sotto.

De Gregorio, migrante senatore,
per i biechi piemme comunisti
ne ha fatte d’ogni tipo e ogni colore,
mentre in Padania il fiore dei leghisti

traffica con lingotti e con diamanti.
Penati incombe sempre sul Pd,
mentre Tedesco a Bari par che schianti
sotto una nuova accusa tutti i dì.

Lusi e Belsito celan milionate
d’euro sottratti a tutti quanti noi
e sull’Italia volano affamate
ondate di insaziabili avvoltoi.

Eppure, in questa sordida atmosfera,
la legge anti corrotti ancor non c’è
e i bocconiani da mattino a sera
di Berlusconi ascoltano il lacché

che vorrebbe, in realtà, una sola cosa:
che il suo padron non vada mai in prigione,
né per qualche faccenda delittuosa
né per quella notturna concussione.

Indifferente al tema Monti appar,
Napolitano fa politichese
e soltanto l’emiro del Qatar
parla di corruzione nel paese.

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