Durante una manifestazione di solidarietà con i palestinesi, un giovane attivista danese viene colpito al volto, con un fucile d’assalto, da un ufficiale israeliano. Il fatto è avvenuto nella Valle del Giordano il 14 aprile scorso, zona strategica per la ricchezza d’acqua, risorsa rara in Medioriente. Ora il soldato è stato sospeso per direttissima dall’esercito. Il premier Benyamin Netanyahu ha condannato l’episodio ribadendo che “un comportamento del genere non rappresenta i soldati e gli ufficiali israeliani ed è inaccettabile in Tzahal e nello Stato di Israele”. A vent’anni dall’inizio del processo di pace metà della valle è ancora militarizzata e i palestinesi vivono in villaggi fatte di tende, sotto la minaccia degli insediamenti e dell’esercito israeliano. Davanti all’ingresso di diversi villaggi l’esercito di Tel Aviv ha posizionato una serie di cartelli che indica quelle zone come campi d’addestramento di Cosimo Caridi

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un paese senza futuro

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