La vigente disciplina sul conflitto d’interessi prevede che l’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato – al pari di quella per le garanzie nelle comunicazioni – trasmettano, ogni sei mesi, al Parlamento una relazione sull’attività di controllo svolta con riferimento ai membri del Governo.
Le relazioni, dopo essere state trasmesse al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, vengono pubblicate sul sito internet dell’Autorità Garante per la concorrenza ed il Mercato.
Normalmente la trasmissione e la pubblicazione delle relazioni avviene a qualche mese di distanza dal termine del semestre di riferimento.
L’ultima relazione che risulta trasmessa al Parlamento e pubblicata sul sito dell’Autorità Garante, tuttavia, è, allo stato, quella relativa al semestre gennaio-giugno 2011.
Non c’è, invece, nessuna traccia – né sul sito dell’Autorità né su quelli del Senato e della Camera – della relazione relativa all’attività di controllo svolta in relazione al semestre luglio-dicembre 2011, semestre caratterizzato, tra l’altro, dall’avvicendamento del Governo Monti al precedente Governo Berlusconi.
Proprio tale circostanza – verificatasi nel novembre del 2011 – ha, probabilmente, ritardato la stesura dell’ultima relazione semestrale.
Siamo, tuttavia, alla metà di aprile e il ritardo inizia a diventare sospetto soprattutto se si tiene conto di quanto, lo scorso 29 marzo, il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella ha riferito alla Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati.
“Tutti i titolari di carica [n.d.r. i membri dell’Esecutivo] hanno adempiuto tempestivamente agli obblighi dichiarativi, mentre residuano ancora alcune lacune informative in merito ai parenti. Si consideri che le dichiarazioni attualmente pervenute sono 173 su un totale di 247 familiari obbligati. In assenza di strumenti coercitivi, l’Autorità ha ritenuto opportuno inviare attivare specifiche note di sollecito ai familiari inadempienti.”
Il 29 marzo, dunque, molti dei familiari degli attuali membri del Governo non avevano ancora adempiuto all’obbligo che la legge pone loro di comunicare all’Autorità Garante le informazioni ed i documenti necessari a consentirle di porre in essere i controlli di sua competenza, necessari ad escludere la sussistenza di eventuali situazioni di conflitto di interessi.
Il Presidente Pitruzzella, nella stessa audizione, ha anche aggiunto: “Come per i precedenti, anche nel “Governo Monti” ciascun titolare è risultato detenere una pluralità di cariche potenzialmente incompatibili con il mandato assunto. Il numero di situazioni di potenziale incompatibilità rilevate risulta particolarmente consistente… Le specifiche situazioni esaminate – tra cariche pubbliche e private, attività professionali e rapporti di impiego – sono 257 (a fronte delle 169 del governo precedente), di cui 182 (rispetto alle 120 del Governo precedente) potenzialmente incompatibili e, pertanto, rimosse dagli interessati in fase preistruttoria, spontaneamente (162) o su intervento dell’Autorità (20).”
Ritardi dei familiari dei membri del Governo nella trasmissione delle informazioni all’Authority e una serie di situazioni “sensibili” sotto il profilo del conflitto d’interessi benché, almeno stando a quanto dichiarato dal Presidente Pitruzzella, tutte risolte.
Il ritardo nella trasmissione e nella pubblicazione della relazione è solo un caso? Una necessità dovuta alla circostanza che il nuovo Governo si è insediato a pochi giorni dalla chiusura del semestre di riferimento, imponendo agli uffici dell’Autorità un super-lavoro che devono ancora smaltire?
Possibile.
Ma è egualmente possibile – e si tratta di un sospetto che va fugato rapidamente – che il ritardo sia dovuto alle resistenze di qualche familiare eccellente a sottoporsi al controllo dell’Authority o, invece, alla volontà di consentire a qualche membro dell’esecutivo di risolvere, in extremis – e senza che sia necessario farne menzione nella relazione – qualche antipatica situazione di conflitto.
A tale proposito, pare utile ricordare che l’art. 8 della vigente legge sul conflitto di interessi stabilisce che “Quando le dichiarazioni di cui all’articolo 5 [n.d.r. tra le quali quelle che ancora mancano all’appello] non fossero rese o risultassero non veritiere o incomplete si incorre nel reato di cui all’articolo 328 del codice penale [n.d.r. rifiuto o omissione di atti di ufficio], qualora il titolare della carica di governo non abbia ottemperato a specifica richiesta da parte dell’Autorità competente nel termine fissato dalla stessa Autorità, comunque non inferiore a trenta giorni.” e che “L’Autorità garante della concorrenza e del mercato e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, secondo le rispettive competenze, verificate le irregolarità, ne danno comunicazione documentata all’autorità giudiziaria competente e ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.”
Sapere quale sia la situazione dei membri di Governo rispetto alle poche ipotesi – e sin troppo facilmente sanabili – di conflitto di interessi previste dalla legge non è un fatto secondario per un cittadino e poter contare su un’Authority indipendente che faccia fino in fondo il suo dovere è un’insopprimibile esigenza democratica.
Legittimo sperare di sfogliare la nuova relazione sul conflitto di interessi prima che questo governo vada in pensione?