Il differenziale torna ai livelli più alti da febbraio. Bonos alla soglia critica del 6 per cento, divario con i bond transalpini sfiora i 150 punti base. Le borse europee aprono tutte deboli. Partenza incerta anche per Piazza Affari
Resta molto critica anche la situazione dei buoni spagnoli: i bonos hanno raggiunto la soglia delicata del 6 per cento, attestandosi sui 431 punti base. Ma c’è pressione anche sui bond francesi: il divario con quelli tedeschi sfiora i 150 punti base (148,8).
Le borse. Le borse europee aprono deboli sulla scia della chiusura fiacca delle piazze asiatiche. L’asta di titoli di stato spagnoli di ieri se da una parte ha rassicurato gli investitori grazie alla buona domanda, dall’altra mantiene alta la tensione per via del rialzo dei rendimenti. Le rassicurazioni dell’Fmi sul probabile raggiungimento dell’obiettivo di 400 miliardi di dollari per costruire un “firewall” contro future crisi contiene però il pessimismo.
Sopra la parità Francoforte, che avanza dello 0,13% a 6.680,08 punti. Il Cac 40 di Parigi cede lo 0,14% a 3.169,51 punti, l’Ftse 100 di Londra scende dello 0,1% a 5.738,80 punti, l’Ibex di Madrid lima uno 0,13% a 6.899,1 punti. Male Bruxelles e Copenaghen che perdono entrambe oltre l’1%.
Ora invece Piazza Affari comincia a guadagnare, era partita oscillando fra lo 0 e piccole perdite, l’indice Ftse Mib guadagna afine giornata lo 0,80%, dopo aver sfiorato anche il +1%. Sprofondano tutti i titoli coinvolti nel riassetto Ligresti, rientrati ora alle contrattazioni: Unipol lascia il 7,63%, Fonsai il 5,32%, Premafin il 5,32%.