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Genova, i 5 Stelle possono costare cari a Doria. Scontro sul fronte delle grandi opere

L'outsider uscito vincitore dalle primarie del centrosinistra è favorito, ma i grillini conterebbero su un 5 per cento determinante sull'esito del primo turno. L'opposizione alla Gronda autostradale e al Terzo valico ferroviario potrebbe favorirli

La campagna elettorale del capoluogo ligure fino a questo punto è stata sonnacchiosa. Come se i contendenti fossero rassegnati all’elezione di Marco Doria, favorito da un centrodestra diviso tra più candidati. Ma per lui potrebbe esserci una difficoltà in più. Un ostacolo che diventa ogni giorno più serio: il Movimento 5 Stelle. Ne sanno qualcosa Giuliano Pisapia e Mercedes Bresso: se il primo, costretto al ballottaggio ma infine vittorioso, è stato fortunato, lo stesso non si può dire della presidente piemontese sconfitta per pochi voti da Roberto Cota. E anche Doria adesso rischia molto per la questione delle grandi opere, il Terzo Valico ferroviario e la Gronda autostradale di Ponente.

Partito da una posizione di totale contrarietà alla Gronda, tanto da dire “per l’opera bisogna pensare all’opzione zero” durante la campagna per le primarie in gennaio, adesso la sua posizione, su pressione di un Pd fortemente favorevole, è diventata più sfumata e nel programma definitivo si dice: “Valuteremo se ci sono le condizioni per considerare l’opera opportuna e compatibile e questo lo si potrà dire solo sulla base degli elementi certi che avremo rispetto alle esigenze della mobilità della città”.

Per Paolo Putti, educatore presso una cooperativa, ex leader dei No Gronda residente nel quartiere di Murta, zona interessata da entrambi i cantieri, quest’affermazione non è affatto una garanzia: “Non dubito della buona fede di Doria, ma con la coalizione che lo supporta, anche un’eventuale sua opposizione verrebbe ribaltata dal consiglio comunale, con un voto favorevole di Pd e Pdl. Noi non abbiamo di questi problemi, dato che diciamo chiaramente che sia la Gronda che il Terzo Valico sono opere inutili e dannose e che farebbero passare 500 camion al giorno in Val Polcevera pieni di materiale di risulta”.

I soldi, continua Putti, potrebbero essere spesi molto più proficuamente per la mobilità e il trasporto pubblico, soprattutto in Val Polcevera: “I pendolari in questi anni hanno subito dei tagli notevoli e con i soldi che si spenderebbero per le due infrastrutture si finanzierebbero non solo autobus e treni per i pendolari, ma anche un miglioramento delle strutture sanitarie, di cui il Ponente ha molto bisogno, avendo al momento pochissimi presidi sanitari e s’introdurrebbe la raccolta differenziata porta a porta”.

Beppe Grillo, durante il suo comizio elettorale in Piazza San Lorenzo, è stato più tranchant, partendo con un chiaro riferimento: “La Gronda la facciamo sì, ma ecologica. Il Terzo Valico lo facciamo sì, ma non si vede”. E se dopo lo spettacolo ha aggiunto: “Doria è una persona seria e perbene, sì, non discuto di questo. Ma non ha un progetto. La prima cosa che ha detto dopo la sua candidatura è: sono contro l’antipolitica. Ma chi te l’ha chiesto?”. Nell’ultimo sondaggio, pubblicato dal candidato del Terzo Polo Enrico Musso, Doria è al 47% e Musso al 23%. Il Movimento 5 Stelle è al 5%, a un’incollatura dal candidato leghista Edoardo Rixi, fermo al 5,4%. E, c’è da scommetterci, la maggior parte dei voti arriverranno dalla Val Polcevera, la zona di Genova interessata dai due cantieri e storico feudo del centrosinistra. Fino ad oggi, perlomeno.

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