Nicolas Sarkozy, assai alla frutta, se la prende con i giornalisti. Un déjà vu quando un politico è in difficoltà. Insomma, se il divario con Hollande nei sondaggi si allarga sempre più, è colpa dei media. Ci vuole un bel coraggio ad affermare certe cose…
La televisione più vista in Francia è Tf1, con una audience media in calo, comunque al 23% negli ultimi giorni. E’ un canale privato nelle mani di Martin Bouygues, magnate del mattone, amico fraterno di Nicolas. Quando Sarkozy, nella seconda metà degli anni Novanta, fu emarginato nel mondo del neogollismo, ci pensò proprio la famiglia Bouygues a farlo lavorare come avvocato d’affari (anche Berlusconi lo ingaggiò, fra l’altro, all’epoca). Basta dare un’occhiata ai tg degli ultimi giorni su Tf1 per capire che l’amicizia con la dinastia è ancora forte. Il trattamento riservato a Sarkozy è del tutto particolare. Senza considerare che è stato proprio lui a spingere perché nel 2008 Laurence Ferrari venisse scelta come presentarice del telegiornale delle 20, in assoluto il più visto di Francia.
Passiamo ai quotidiani. Il più letto in Francia resta il Figaro, proprietà dell’industriale Serge Dassault. Il suo gruppo è uno dei big mondiali nella produzione di armi e jet militari. Serge, classe 1925, è del tipo che a ogni capodanno sciorina ai suoi lettori una missiva, pubblicata dal giornale, dove spiega in dettaglio la sua visione destrorsa del mondo. Dassault accompagna spesso Sarkozy nei suoi viaggi all’estero, così da piazzare una sua fornitura, se possibile… Il trattamento riservato dal Figaro a Sarkozy, anche in questi giorni, ve lo potete immaginare.
Stamani a un certo momento il sito metteva come primo titolo, “Hollande vuole mobilizzare il risparmio dei francesi” (sì, per pagare il debito: http://elections.lefigaro.fr/presidentielle-2012/2012/04/19/01039-20120419ARTFIG00733-hollande-souhaite-mobiliser-l-epargne-des-francais.php). Ieri, sempre come prima notizia, quella relativa a un oscuro politico del Front National (Marine Le Pen, la sua candidata, sta rubando consensi al Presidente attuale sul fronte dell’estrema destra): avrebbe propagandato siti pornografici a sfondo razzista sul suo Facebook (http://www.lefigaro.fr/politique/2012/04/19/01002-20120419ARTFIG00401-un-candidat-fn-accuse-de-promouvoir-l-eugenisme.php).
Nei giorni scorsi il sarkozysta Alain Juppé ha accusato i media di “essere di parte e anti-Sarkozy”. Quanto a lui, il Presidente in persona, ha dichiarato in un comizio: “La nostra energia, la nostra unità rovesceranno la montagna di carta che vogliono mettere fra di noi”. Con riferimento ai cattivi giornalisti. Di certo non quelli di Les Echos, il principale quotidiano economico, proprietà del miliardario Bernard Arnault, altro amico del Presidente. Giornale arcischierato. No, il Presidente se la prende con Libération, di sinistra, ma che ormai è sceso nelle vendite sotto le 100mila copie. E contro Le Monde. Sarkozy cercò nel 2010 di favorire la sua acquisizione da parte del solito Dassault. Ma non ci riuscì. E’ finito nelle mani di un pool di imprenditori, in effetti non amici del nostro. Nicolas è arrabbiato anche contro France 2 e France 3 (rispettivamente audience del 14 e del 9% negli ultimi giorni): i canali pubblici, che sarebbero a lui ostili. Che forse è anche vero, si può capire dal tono di certi servizi, dopo un mandato presidenziale deludente. Ma non immaginatevi uno stile del tipo Rai 3 con Berlusconi… molto più soft.
“Tempo fa, quando fu eletto in Francia Sarkozy Presidente della Repubblica – disse l’anno scorso Nanni Moretti a Eugenio Scalfari, in un’intervista pubblicata da Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2011/02/12/news/scalfari_moretti-12358567/) -, molti pensarono che era emerso in Europa un altro Berlusconi, ma non è affatto vero. Sarkozy è tutt’altra cosa. Ha anche lui alcuni aspetti politicamente sgradevoli ma non hanno niente a che vedere con il berlusconismo. Tra l’altro non possiede e non influenza né televisioni né giornali”. La solita illusione italica che tutto in Francia sia per forza migliore…