Esplode la richiesta di ore di cassaintegrazione a marzo. Secondo la Cgil con poco meno di 100 milioni di ore è il peggiore risultato degli ultimi 10 mesi. Le 99.722.546 ore di marzo segnano su febbraio un +21,63%. Da inizio anno oltre 455 mila lavoratori hanno subito un taglio del reddito per circa 908 mln di euro, pari a 1.900 euro per ogni singolo lavoratore. “Ci sono lacerazioni sempre più profonde dietro lo stillicidio quotidiano di dati drammatici, dall’esercito di cinque milioni di persone in cerca di un lavoro che non trova al pesantissimo tonfo degli ordinativi nell’industria, fino ai spaventosi dati sulla cassa” commenta il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere: “Il sistema produttivo si è avviluppato in una crisi profondissima, con il rischio di un inesorabile declino”.
Nel dettaglio, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria torna a crescere considerevolmente a marzo attestandosi ad un +12,83% sul mese precedente per un monte ore pari a 28.376.553. Nei primi tre mesi del 2012 il totale delle ore di cassaintegrazione ordinaria è stato pari a 73.824.858 con un aumento sullo stesso periodo dello scorso anno del +21,79%.
In forte aumento la richiesta di ore anche per la cassa integrazione straordinaria dove il monte complessivo registrato a marzo è stato pari a 33.733.721 per un +30,93% su febbraio. Le ore registrate in questi tre mesi del 2012 (80.899.375) segnano un -14,65% sullo stesso periodo dell’anno passato. Infine la cassa integrazione in deroga con le sue 37.612.272 ore di marzo aumenta consistentemente sul mese precedente del +21,04%, così come il dato del periodo gennaio-marzo, pari a 81.967.777 ore autorizzate, segna un +7,27% sullo stesso trimestre del 2011.
Le regioni del nord si segnalano ancora una volta per il ricorso più alto alla cassa integrazione. Al primo posto la Lombardia poi Piemonte e Veneto. Al centro il Lazio, nel sud il maggior ricorso alla Cig è in Puglia. Tra i settori, si conferma in testa la meccanica, seguono commercio ed edilizia.
Allarme della Uil sugli ammortizzatori. A questo si aggiunge l’allarme della Uil sugli ammortizzatori sociali: “Per 500mila lavoratori sono a rischio il reddito e una pensione decorosa” afferma il segretario confederale Guglielmo Loy, sottolineando che “è nelle virgole e nei commi” della riforma “che si nascondono le peggiori insidie”. Un riferimento alle “norme che innovano parte degli attuali ammortizzatori sociali e in particolare uno dei pilastri del nostro sistema di protezione sociale: la mini aspi (l’ex indennità di disoccupazione a requisiti ridotti)”.
Un “sussidio di disoccupazione destinato a lavoratori, in generale stagionali, che lavorano solo in una parte dell’anno”: se lavorano almeno 13 settimane in un anno, verrà erogata una prestazione che, secondo stime della Uil, per moltissimi lavoratori, sarà inferiore a quella che percepivano con il vecchio sistema.
Per la Uil è anche “preoccupante” l’effetto “sulle future pensioni” di questa platea di 500mila lavoratori: “Se l’importo venisse calcolato come stabilito dal disegno di legge, è facile prevedere che gran parte di esse non raggiungerà un valore superiore a quello della pensione sociale. Con un effetto scontato: danno alle persone e incentivo al lavoro informale, irregolare e senza tutele”. Per Loy “è bene che i partiti della maggioranza riflettano con attenzione su ciò che stanno definendo per evitare il bis della questione esodati”. La Uil “appoggerà tutte le iniziative di mobilitazione che le categorie interessate stanno preparando”.
Cisl: “Serve un incontro sugli esodati”. Sulla questione del lavoro il segretario della Cisl Raffaele Bonanni punzecchia il ministro del Lavoro Elsa Fornero: “Tanto tuonò che piovve” dice sull’invito ad incontrarsi arrivato ieri dal ministro. “Spero – continua – che adesso si chiarisca la vicenda e che l’incontro si faccia subito perchè non abbiamo ancora la data e la vorremmo avere”. Bonanni si è affiancato al segretario della Cgil Susanna Camusso sulla decisione del ministro Fornero di incontrare in fabbrica i lavoratori dell’Alenia per spiegare la riforma: è un modo di fare, sostiene il leader della Cisl, “molto bizzarro. E’ libera di fare quello che vuole però sostanza e forma sono importanti”. “Ci andasse pure – aggiunge – però interloquisse anche coi sindacati. E’ strana la cosa che va nelle fabbriche a discutere, non si capisce cosa poi non discute coi lavoratori stessi sugli esodati e non chiarisce perchè non firma ancora il decreto di 800 milioni per il salario di produttività”.