Mi piace Grillo. Mi piacciono le sue battaglie sull’acqua e sul nucleare, le sue battute, il suo linguaggio lontano dalle contorsioni dei politici presi con le mani nel sacco e dai balbettii del PD. Sono anche d’accordo che l’austerità imposta dall’Europa è una catastrofe, come ho scritto nei due post precedenti. Mi piace meno quando parla senza sapere ciò che dice, per esempio sul debito pubblico. Lanciare lo slogan “Non pagare” significa non rendersi conto delle conseguenze.
Supponiamo che un governo Grillo decida di non pagare più gli interessi sui titoli di stato, quello che tecnicamente si chiama default. L’ha fatto l’Argentina nel 2002, perché non potremmo farlo anche noi? Una ragione abbastanza buona sarebbe per esempio il fatto che, il 27 dello stesso mese, nessuno stipendio del settore pubblico verrebbe pagato. Professori, medici, infermieri, poliziotti e pompieri non riceverebbero la busta paga. Qualcuno pensa che ci siano le riserve di contante nascoste nei sotterranei del ministero dell’Economia? Le spese dello stato vengono affrontate sottoscrivendo nuovo debito e l’adozione della tesoreria unica decisa qualche mese fa dal governo Monti priverebbe anche gli enti locali (spazzini, vigili urbani, maestre comunali) della possibilità di pagare gli stipendi per un mese o due. Il paese sarebbe paralizzato.
Certo, si può dichiarare la nascita di un’economia di guerra, cancellare per decreto l’autonomia della Banca d’Italia, uscire dall’euro e dall’Europa, chiudere le frontiere e mettere l’esercito a guardia dell’Esselunga per evitare saccheggi. “Ma dall’euro siamo già usciti, l’euro non rispecchia più il valore della nostra economia, al massimo il 60%” scrive il blog di Beppe. Peccato sia una frase senza senso: che significa “l’euro non rispecchia più il valore della nostra economia, al massimo il 60%”? Non vuol dire nulla, anche se immagino che potrebbe voler dire qualcosa come: “Tornando alla lira, la nuova moneta si assesterebbe su una parità con l’euro corrispondente a una svalutazione del 40%”. In altre parole, se la parità teorica lira-euro fissata a suo tempo era 1.936 lire per 1 euro, domani ci vorrebbero circa 2.700 Nuove Lire per 1 euro. Il che non sarebbe un grande affare al momento di pagare il gas naturale ai russi o il petrolio ai libici, giusto? Vedo all’orizzonte un inverno freddino nelle case…
“Non è mai troppo tardi per tornare indietro da una strada lastricata per l’inferno”, scrive ancora Grillo e si può essere d’accordo sul fatto che uscire dall’euro non deve essere un tabù. Ma occorre rendersi conto delle conseguenze.
Una seconda ragione discretamente importante per evitare il default italiano è che l’intera economia mondiale precipiterebbe in uno stato di choc che farebbe sembrare la crisi del 2008 una festicciola campestre. L’Italia, come dimensioni, non è la Grecia, non è l’Argentina, non è Lehman Brothers: se gli Stati Uniti si sono salvati per un capello attraverso il salvataggio pubblico di banche e assicurazioni nel 2008-2009, il collasso dell’Italia avrebbe sui mercati finanziari l’effetto di “Bomba Fine di Mondo”, per usare il linguaggio del presidente sovietico in Stranamore di Stanley Kubrick.
Giusto per dare un’idea: Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda fallirebbero immediatamente, il sistema bancario francese, inglese e tedesco collasserebbe in due giorni, la disoccupazione passerebbe al 30% o più, le immagini delle code alle mense popolari rese familiari dalla Grande Depressione sarebbero quelle dei telegiornali, non quelle delle foto nei musei.
Visto che Grillo è una persona intelligente presumo che di questi problemi si renda conto e che volesse lanciare una provocazione in questa fase finale della campagna elettorale per molti enti locali. Questo però mi piace ancora meno perché conferma il successo della politica-circo in Italia: dopo l’istrione Berlusconi e l’istrione Bossi abbiamo ora il comico Grillo. Ricordate quando Berlusconi prometteva “un milione di nuovi posti di lavoro” e, alla richiesta di dettagli, spiegava che in Italia ci sono milioni di partite Iva e che sarebbe bastato che ognuna di queste ditte personali “assumesse una persona” per raggiungere e superare facilmente l’obiettivo?
E il roboante Bossi con i suoi “trecentomila uomini armati” pronti a scendere dalle valli bergamasche per l’indipendenza della Padania? La canottiera di qui e il “Contratto con gli italiani” di là:abbiamo avuto vent’anni di buffoni al governo (chiedendo scusa ai buffoni, che hanno una loro professionalità e una loro dignità da rispettare).
Possibile che la passione degli italiani per il teatrino in politica, lo spettacolo a tutti i costi, le dichiarazioni da Capitan Fracassa debbano tornare al centro della scena politica attraverso Grillo? Ripeto: Beppe mi piace, sul palcoscenico. Se però si presenta alle elezioni ha il dovere di prendersi le responsabilità di un politico, cioè di qualcuno che chiede ai cittadini di prendere delle decisioni in nome loro. E vorremmo dimenticarci in fretta dell’epoca quando le decisioni sul futuro del Paese venivano prese dal trapiantato pilifero che faceva le corna ai vertici internazionali, aiutato dal babbione che organizzava feste di laurea senza laurearsi.