Da qualche mese si può trovare in rete uno splendido video che racconta di come l’Olanda sia diventato il paradiso ciclabile che tutti noi conosciamo:
Riassumendo, il cambiamento della mobilità neerlandese si è basato soprattutto su tre elementi che hanno contribuito alla rivisitazione del modo di concepire le città, ovvero:
Guardando il nostro paese, a distanza di quasi quarant’anni possiamo notare il verificarsi della stessa, identica, straordinaria “congiunzione astrale” che potrebbe portare a replicare il miracolo olandese anche all’interno delle nostre città:
Per quanto i segnali siano decisamente incoraggianti, la strada per arrivare a cambiare la mobilità nel nostro paese è ancora molto lunga e irta di ostacoli. Per quanto il movimento #salvaiciclisti in questo momento possa contare su decine di migliaia di adesioni, il rischio che questo si trasformi nell’ennesimo nulla di fatto (vi ricordate di “se non ora quando”?) è ancora molto alto.
Il più grande pericolo è che tutti i sostenitori di #salvaiciclisti, sabato prossimo, in occasione della bicifestazione ai Fori Imperiali a Roma, lascino ad altri il compito di parteciparvi. Non tanto per disaccordo con le proposte fatte o per poca convinzione, ma perché sembra che gli Italiani, ormai soliti delegare ad altri la rappresentanza dei propri interessi, abbiano perso l’abitudine di lottare e impegnarsi in prima persona per ciò che ritengono giusto.
Il secondo grande pericolo è che tutti coloro che fino a questo momento stanno supportando l’iniziativa, all’indomani della bicifestazione tornino ad occuparsi di altro: in Gran Bretagna la campagna è promossa dal Times che ha saputo scomodare il Parlamento, i ministri e anche il premier, David Cameron. Grazie alla propria “potenza di fuoco”, dopo la manifestazione continueranno a vigilare per essere sicuri che l’impegno giurato dai professionisti della politica non siano semplicemente le parole vuote di chi ha riconosciuto un bacino di voti da andare a conquistare con le solite promesse fatte a vanvera. In Italia #salvaiciclisti non è stato promosso da un quotidiano nazionale ma da un gruppetto di blogger che, spenti i riflettori della manifestazione, senza il supporto di associazioni e testate giornalistiche, rischiano di trovarsi da soli, con una potenza di fuoco minima, ad affrontare una sfida troppo grande.
L’ultimo grande rischio è che sabato i politici nazionali e locali possano venire ai Fori Imperiali esclusivamente per dispensare sorrisi e strette di mano davanti alle telecamere e agli obiettivi dei fotografi e che, al momento della stesura dei prossimi programmi elettorali, ma soprattutto dopo, si dimentichino di ogni impegno preso.
La soluzione c’è: per evitare che i politici si limito esclusivamente alla solita passerella davanti alle telecamere, è necessario che i giornali continuino a presidiare con attenzione il tema della ciclabilità per essere pronti a denunciare di fronte all’opinione pubblica eventuali promesse disattese e repentini cambi di posizione. Affinché la stampa continui a parlare di politiche per la promozione della ciclabilità, è necessario che il pubblico dimostri l’esistenza di un bacino di lettori sufficientemente ampio, ovvero di persone interessate a conoscere gli sviluppi del cammino dell’Italia verso un concetto di mobilità differente. Per dimostrare l’esistenza di un pubblico attento occorre essere almeno tantissimi ai Fori Imperiali sabato 28 aprile.
Più saremo, più sarà difficile farci prendere in giro. È per questo motivo che tutti coloro che usano la bici o vorrebbero usarla in sicurezza devono essere presenti sabato alle 15:00 in via dei Fori Imperiali.
È un’occasione unica e non è detto che ci sarà una prossima volta.