I dati del Corpo Forestale dello Stato, diffusi da Coldiretti, dicono che negli ultimi vent'anni la superficie nazionale occupata da alberi è aumentata del 20 per cento, per un totale di 10 milioni 400 mila ettari. Un antidoto all'effetto serra e ai cambiamenti climatici. Ma parte dell'espansione avviene su campi un tempo coltivati
Circa 12 miliardi di alberi coprono oltre un terzo della superficie nazionale (il 35 per cento) e costituiscono – sottolinea l’associazione di categoria degli agricoltori – il polmone verde dell’Italia con circa 200 alberi per ogni abitante. I boschi, infatti, assorbono anidride carbonica, il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici in corso. La quantità di carbonio trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste, spiega Coldiretti, è pari a circa 1,2 miliardi di tonnellate, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. I boschi hanno quindi un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto.
L’espansione “verde”, però, nasconde anche risvolti negativi: “Preoccupa che la crescita della superficie forestale avvenga in parte a danno dei terreni agricoli abbandonati”, precisa Coldiretti, “perché viene così persa superficie produttiva a fini alimentari, ma anche perché la crescita spontanea, dovuta principalmente all’abbandono delle aree rurali da parte dell’uomo, mette a rischio la sostenibilità del territorio per frane e incendi”.
Tra le regioni italiane più verdi spiccano le Marche, dove un terzo della superficie è coperta da boschi: 308 mila ettari, più del doppio rispetto agli anni Sessanta, quando gli ettari erano 140 mila. Gli alberi presenti, sottolinea Coldiretti Marche, sono in tutto 518 milioni, circa trecento a testa per ogni cittadini marchigiano.