E’ tutto un interrogarsi sull’annunciato mirabolante coup de théatre che all’indomani delle amministrative “cambierà il corso della politica italiana”.

Un predellino due? Una lista civica nazionale con prestigiose personalità non meglio identificate che affiancherebbe i cascami di un “nuovo” Pdl oltre lo sfascio? Un “contenitore” di nuovo conio, naturalmente “con facce nuove” e rigorosamente sotto i cinquanta per tentare penosamente di bilanciare l’età anagrafica e la insostenibile senescenza politica dell’eterno padre-padrone?

L’ordigno mediatico-propagandistico “fine di mondo”  del duo Berlusconi-Alfano, il più comico del ricchissimo parterre politico-istituzionale, potrebbe addirittura essere, suggeriscono i meglio informati, una campagna elettorale per le prossime politiche sul modello di quella di Obama e/o fondata sugli insuperabili tea party della mitica Sarah Palin, tanto che differenza fa?

E la carta vincente che Berlusconi avrebbe in serbo da quando ha fatto l’eroico “passo indietro” sarebbe of course quella dell’ antipolitica. In fondo a ben vedere, e se le parole hanno un senso, chi più e meglio di lui la può rappresentare?

A lui infatti va riconosciuto il merito incontrastato di avere coerentemente ridicolizzato, corrotto, mortificato e alla fine distrutto la politica italiana  insieme alle istituzioni, prima, meglio e più compiutamente di chiunque altro, senza che opposizioni, “intellettuali”, massime cariche dello stato abbiano abbiano più di tanto battuto ciglio, anche perché troppo impegnate a bacchettare i pochi “sabotatori” e “demonizzatori” che non ci stavano.

Forse, chissà, in fondo in fondo anche Napolitano, più o meno consapevolemente, doveva riferirsi in primo luogo a lui quando, qualche giorno fa, ha messo in guardia contro i rischi mortali per la democrazia rappresentati dall’antipolitica.

Il signore del Burlesque, piccola trasgressione alle “cene eleganti”, costretto in forza del suo senso di responsabilità e della sua disinteressata munificenza a prendersi in carico economicamente “le vite distrutte dai Pm” delle ragazze presenti ai suoi innocenti conviti e che casualmente sono suoi testi a difesa, si starebbe dunque coerentemente riprogrammando come massimo fustigatore degli abusi dei partiti e campione immacolato della società civile.

Pochi anche all’interno del partito sarebbero compiutamente a conoscenza del progetto di palingenesi tanto che il povero Cicchitto, che non sembra il più indicato a rappresentare il restyling miracoloso, ha risposto tra l’enigmatico e l’imbufalito che si tratta di “segreto gelosamente custodito” di cui è a conoscenza insieme al demiurgo solo il depositario per investitura del verbo berlusconiano, il delfino-clone Angelino Alfano.

L’aura di attesa miracolistica sparsa sull’ennesima metamorfosi, o meglio, giravolta del partito che ha concentrato in sé i peggiori vizi della prima e cosiddetta seconda repubblica non fa che confermarne lo stato di putrescenza ed il grado di paura per una situazione  che viene monitorata giorno per giorno con sondaggi e controsondaggi e che risulta sempre più disperata e fuori controllo.

Anche se stabilire graduatorie di demerito per i partiti in questi giorni risulta quasi impossibile ed il partito di Berlusconi ha sempre primeggiato, la magniloquente arroganza con cui tenta ancora di tenere le prime pagine e di dettare l’agenda politica evidenzia, con un gigantesco effetto boomerang, lo stato confusionale ed il delirio di onnipotenza da ultimo stadio.

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