Francois Hollande al seggio

Il parroco della basilica di Notre-Dame-de-la-Garde, a Marsiglia, meta di pellegrinaggi, ha concluso tutte le omelie della mattinata con un soprendente: «Andate a votare», a fianco del tradizionale «andate in pace»… Il capotreno di un Tgv, il treno ad alta velocità, diretto da Bordeaux a Parigi ha lanciato lo stesso messaggio a tutti i passeggeri. E il proprietario di un fast-food di Roubaix, nel Nord del Paese, tradizionalmente la città più astensionista di Francia, offrirà per tutta la giornata lo sconto del 10% a tutti coloro che si presenteranno con il certificato elettorale timbrato. Sarà anche per tanti piccoli gesti come questi che lo spettro dell’astensionismo che aleggiava oggi sul primo turno delle presidenziali francesi sembra scongiurato.

A mezzogiorno aveva votato il 28,29% dei 44,5 milioni di elettori chiamati alle urne. Che è una percentuale più bassa di quella registrata alla stessa ora cinque anni fa (31,21%). Ma è, comunque, dopo quella la più alta dalle elezioni del 1981. E soprattutto è un’affuenza nettamente più elevata rispetto al primo turno del 2002 (21,41%) quando, proprio la scarsa affluenza negli uffici elettorali spinse avanti Jean-Marie Le Pen, il candidato dell’estrema destra, che finì a sorpresa al secondo turno contro Jacques Chirac. Il tasso di astensionismo, comunque superiore, almeno per il momento, rispetto al 2007, è dovuto a una campagna di sicuro meno coinvolgente. E al fatto che uno dei due candidati, Nicolas Sarkozy, appaia sempre più acciaccato.

L’astensionismo è temuto in modo particolare dalla sinistra, perché in genere in Francia favorisce la destra e l’estrema destra. Ora non resta che attendere la serata per gli exit poll. I primi, teoricamente, sono previsti alle 20, quando tutti gli uffici elettorali termineranno le loro attività (ma i tre quarti chiuderanno i battenti già alle 18). E’ possibile, comunque, che, dopo le 18, le prime fughe di notizie in merito comincino a circolare sui principali siti dei media francofoni stranieri. E soprattutto su Facebook, Twitter e compagnia.

I sondaggi dell’ultima ora davano François Hollande, il candidato socialista, come il favorito. Ma sarà interessante vedere a quanto ammonterà il divario tra di lui e Sarkozy. Non solo: si attende anche di capire chi sarà il «terzo incomodo» fra Marine Le Pen, candidata del Front National, e Jean-Luc Mélénchon, quello del Front de gauche. I consensi strappati dai due maggiori outsider avranno una notevole influenza sul secondo turno, quello definitivo, previsto fra due settimane.

Tutti i candidati hanno votato già nella mattina. Hollande nella Corrèze, la provincia dove, a più riprese, è stato eletto deputato. Sarkozy, invece, si è presentato, al fianco dell’immancabile moglie Carla Bruni, in un liceo dell’esclusivo XVI° arrondissement di Parigi. La Le Pen ha scelto uno dei suoi feudi elettorali nel Nord del Paese. Mentre Mélenchon ha votato in una scuola elementare del centro di Parigi. Per poi andare a mangiare pasta in un ristorante italiano lì vicino, con tutti i suoi collaboratori.

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