Nella pausa che divide questo post dal precedente è accaduto quello che prevedo da tempo: la ricetta Monti proprio non funziona.
Non funziona perché lo spread è l’indice della protervia dei “proprietari universali”. E questi non prevedono limiti al loro potere. L’offensiva che hanno scatenato contro i popoli (contro quello americano come contro quelli europei) è un tentativo di cambiare epoca.
Cambiare epoca vuol dire cancellare il patto sociale che ha contraddistinto l’Europa in questi ultimi 50 anni. E vuol dire trasferire definitivamente il potere in luoghi non eletti da nessuno e impenetrabili a ogni controllo democratico.
La ricetta Monti non funziona, e lo si vedrà prestissimo, quando sarà chiaro a decine di milioni di persone che non ci sarà crescita.
Perché? Perché i nemici, i nostri nemici, sono molto forti. Chi sono i nostri nemici?
Citerò Eugenio Scalfari (anche se mi sembra che affastelli cose non del tutto omogenee) , così nessuno potrà dire che sono anti-americano: “I falchi della Bundesbank in Germania, l’establishment bancario di Wall Street e Londra, il Partito Repubblicano in USA” . Il problema (logico) è che Scalfari sostiene Monti, senza accorgersi che Monti è l’uomo che è stato messo al posto in cui è proprio da quei nemici. E dunque chiedere a Monti di fare qualcosa per tagliare le unghie a quei nemici è come chiedere al leone di non mangiare l’antilope che sta a portata di zampa.
Noi che cosa possiamo fare? Il quadro politico non offre nulla a chi voglia mutare il corso delle cose. Dunque non ci resta che proporci l’impossibile: cambiare radicalmente questo quadro politico. Questa cosa – di cui vedo tutta la difficoltà – la si potrà fare solo alzando il livello dello scontro sociale nel paese.
E questo lo si potrà fare solo unendo le forze (che ci sono) attualmente divise in dieci o cento rivoli diversi. E’ uno di quei rari momenti in cui – mentre le oligarchie sono nel panico e nel marasma – il popolo potrebbe dire la sua. Potrà farlo, senza diventare preda del demagogo di turno, solo se avrà una guida responsabile, forte, e decisa a difendere almeno quello che resta della democrazia