"E' tutto sotto controllo". Queste le prime parole del comandante Agostino Musumeci. I marinai del mercantile di proprietà dell'armatore napoletano Marnavi, erano stati rapiti a largo delle coste dell'Oman negli Emirati Arabi
Sono quindi fuori pericolo i sei italiani imbarcati come marinai sulla nave, sequestrata dai pirati il 27 dicembre scorso. L’equipaggio del mercantile di proprietà dell’armatore partenopeo Marnavi, era stato rapito da dei pirati a largo delle coste dell’Oman negli Emirati Arabi. A bordo erano imbarcate 18 persone: oltre agli italiani, anche 5 ucraini e 7 indiani. Dopo l’abbordaggio la nave era stata dirottata verso la Somalia.
La vicenda della Enrico Ievoli, ha sottolineato Terzi, è stata in questi mesi al centro di un’ampia azione diplomatica svolta anche nei confronti delle autorità somale, alle quali è stato da parte italiana richiesto il massimo impegno affinché i nostri connazionali potessero tornare sani e salvi a casa.” Questo caso – ha aggiunto Terzi – conferma ulteriormente la gravità della minaccia alla sicurezza rappresentata dal fenomeno della pirateria su cui l’Italia è impegnata per favorire la massima attenzione ed un sempre maggiore coordinamento nell’azione di contrasto da parte della comunità internazionale, sia sul piano bilaterale che attraverso i principali fori multilaterali, come avvenuto più di recente anche in ambito G8 e nel Consiglio Nato-Russia dove proprio l’Italia ha posto con enfasi la questione nell’agenda delle consultazioni tra gli alleati”.
La “Enrico Ievoli” aveva già avuto a che fare con i pirati, nel marzo del 2006. Il cargo era in navigazione al largo delle coste yemenite quando fu avvicinato da alcuni barchini con presunti pirati a bordo. Il comandante della motonave aveva dato l’allarme e, una unità della Marina militare italiana, era intervenuta in soccorso. In quel caso bastò il sorvolo dell’elicottero militare a far allontanare i due motoscafi.
Sono solo più due gli italiani ancora in ostaggio all’estero: Giovanno Lo Porto, il cooperante siciliano rapito il 19 gennaio nella località di Multan (Punjab) in Pakistan, insieme a un collega tedesco e la sarda Rossella Urru: un’altra lavoratrice del settore no profit rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre del 2011 da un campo profughi nel sud dell’Algeria.