Per l'ex ministro dell'Interno il partito "non si fa intimidire da queste stronzate fangose". Via Bellerio prende le distanze dalle dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, l’ex direttore centrale del gruppo pubblico, che ai pm ha parlato di una mazzetta di circa dieci milioni di euro destinata al Carroccio
“Mai preso tangenti nè da Finmeccanica nè da nessun altro”. La Lega Nord rispedisce al mittente l’accusa di avere intascato mazzette milionarie dopo le perquisizioni di ieri in Svizzera nell’ambito dell’inchiesta degli appalti condotta dalla Procura di Napoli. Roberto Maroni, che già ieri aveva preso le distanze dalla vicenda, scrive su Facebook che si tratta di ipotesi “fuori dal mondo” e mentre rilancia il Lega Unita Day del primo maggio, aggiunge che “la Lega non si fa intimidire di certo da queste stronzate fangose”.
Gli sviluppi investigativi sarebbero legati alle dichiarazioni fatte ai pm da Lorenzo Borgogni, l’ex direttore centrale del gruppo pubblico, che ai pm aveva parlato di dieci milioni di euro destinati al Carroccio nella vendita di 12 elicotteri Agusta Westland all’India. Un’operazione che sarebbe stata orchestrata dall’amministratore delegato della storica azienda varesina, Giuseppe Orsi, vicinissimo a Roberto Maroni e oggi numero uno del gruppo pubblico.
Ma via Bellerio si dice “totalmente estranea a questa vicenda” e prosegue: “In merito alle insinuazioni riportate oggi da alcuni quotidiani riguardo a presunte tangenti alla Lega Nord da parte di Finmeccanica” precisa che “chi associa la Lega Nord a questa vicenda sarà perseguito in sede civile e penale”.
Già in alcuni precedenti interrogatori, Borgogni aveva toccato questo tema e i magistrati hanno tentato di approfondirlo alla luce delle loro recenti acquisizioni investigative. In particolare, secondo quanto ha detto ai pm, i costi di mediazione della vendita all’India degli elicotteri militari sarebbero stati gonfiati per pagare mazzette milionarie alla Lega Nord con il consenso dell’allora amministratore delegato di Agusta Westland Giuseppe Orsi, promosso prima ad amministratore delegato di Finmeccanica nel maggio 2011 e poi alla guida dell’intero gruppo nel dicembre scorso. Orsi rappresenta da decenni l’anima lombarda del gruppo pubblico romano e non fa mistero di essere un buon amico di Roberto Maroni ed è l’unico manager vicino alla Lega nord a ricoprire un ruolo manageriale di primo piano in una grande società pubblica.
Orsi ha guidato nella sua fase di espansione Agusta, l’azienda più forte del gruppo dal punto di vista industriale e Maroni lo ha sponsorizzato nelle ore decisive della promozione. I due si conoscono da almeno 15 anni. Agusta Westland ha il suo cuore nella provincia di Varese e Maroni ha cominciato a frequentare l’amministratore di questo colosso industriale per ragioni istituzionali. L’importanza del gruppo Finmeccanica è nota a tutti in queste zone e soprattutto a casa Maroni: la moglie dell’ex ministro dell’interno, Emilia Macchi, da 25 anni lavora alla Aermacchi, una società controllata da Finmeccanica che recentemente si è fusa, ma forse sarebbe meglio dire ha inglobato, la Alenia dando vita alla Alenia Aermacchi. Emilia Macchi, molto stimata in azienda, è diventata dirigente qualche anno fa grazie a una delibera del Consiglio di amministrazione che ha riconosciuto la sua professionalità. Ovviamente Orsi conosce benissimo la signora Maroni e le due famiglie si frequentano.
Lorenzo Borgogni ha riferito di avere saputo in ambito aziendale (anche se non ha rivelato la fonte delle sue informazioni che a maggior ragione sono tutte da riscontrare) che nella vendita di 12 elicotteri da parte di Agusta Westland al governo indiano sarebbe stato riconosciuto un compenso di 41 milioni di euro a un consulente del gruppo che ha rapporti storici con la Agusta, un imprenditore che opera in India ma è residente a Lugano e si chiama Guido Ralph Haschke. Questa somma, dovuta per le sue prestazioni, stando al racconto di Borgogni, però sarebbe stata poi elevata a 51 milioni per far fronte alle “esigenze” dei politici della Lega Nord.
Proprio Giuseppe Orsi avrebbe chiesto inizialmente ad Haschke di sottrarre al suo compenso la somma di 9 milioni di euro da far tornare attraverso un intermediario nella disponibilità del manager. Di fronte al rifiuto del consulente di rinunciare a una parte della sua fetta di commissione, si sarebbe trovata una via diversa a carico della società: in un incontro apposito – sempre stando al racconto di Borgogni tutto da verificare – si sarebbe raggiunto l’accordo di aumentare il costo della consulenza di dieci milioni “per soddisfare le esigenze dei partiti e in particolare della Lega Nord”, partito che avrebbe appoggiato la nomina ad amministratore delegato di Giuseppe Orsi. Un racconto tutto da verificare. I magistrati hanno convocato Guido Haschke ma il consulente si è avvalso della possibilità di non presentarsi essendo un cittadino straniero.