Secondo uno studio di via Nazionale gli italiani risentono della crisi, ma i loro debiti non sono aumentati. L'accesso al credito migliorerà solo nel 2013: "Il Paese torna a soffrire per l'inquietudine degli investitori, ma si è interrotta la spirale negativa tra aumento dei rischi sovrani, difficoltà del sistema bancario e peggioramento congiunturale"
Le famiglie sono più povere e la situazione migliorerà non prima della fine dell’anno. E’ la fotografia del rapporto sulla stabilità finanziaria italiana della Banca d’Italia. Il Paese, spiega la relazione, torna a soffrire per l’inquietudine degli investitori, per le famiglie la recessione si è fatta sentire diminuendone la ricchezza ma non accrescendone troppo l’indebitamento e per l’accesso al credito, la situazione migliorerà ma solo a fine anno.
La ricetta indicata da Bankitalia è di proseguire “con rapidità e coerenza, nel vasto programma di riforme strutturali in grado di influire sulle aspettative di reddito futuro, senza le quali sarebbe più difficile rafforzare il consolidamento dei conti pubblici e coglire le opportunità della ripresa globale”.
“Interrotta la spirale negativa”. Per quanto riguarda l’Italia si è interrotta la spirale negativa tra aumento dei rischi sovrani, difficoltà del sistema bancario e peggioramento congiunturale, che nell’ultima parte del 2011 tendeva ad assumere carattere “sistemico”, grazie alla massiccia immissione di liquidità da parte della Banca centrale europea e le misure attuate dai governi per contrastare la crisi nell’area dell’euro.
Ma, continuano da Palazzo Koch, “le tensioni sono riemerse in aprile, segnalando l’esistenza di rischi tuttora elevati. A offuscare le prospettive economiche e finanziarie nei paesi avanzati contribuiscono i timori sui conti pubblici e sull’intensità della crescita globale”. Da via Nazionale continuano: “Nell’area dell’euro le turbolenze sui mercati riaffiorano, con rapidità, non appena si diffondono dubbi sull’efficacia degli interventi volti a risanare le finanze pubbliche e a stimolare la crescita.” Il rapporto debito/pil dell’Italia comincerà a ridursi già nel 2013, anche se i tassi dei titoli di stato dovessero aumentare e la crescita risultasse inferiore alla attese. Sul mercato dei titoli di stato la banca centrale dice che “si è ridotto significativamente” il costo medio delle emissioni fra gennaio e aprile; gli stranieri sono tornati ad acquistare “importi netti non trascurabili” di titoli.
Le famiglie. Sulle famiglie da palazzo Koch rilevano “risentono della recessione in atto e la loro ricchezza è diminuita ma il loro indebitamento rimane contenuto. “La crisi finanziaria sta modificando le caratteristiche dei nuclei familiari indebitati, continua Bankitalia”. L’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane testimonia che tra il 2008 e il 2010 la quota dei nuclei con debiti, già contenuta, è scesa ulteriormente (al 24,1% dal 26,5%). Si è inoltre ridotta la percentuale di famiglie con basso reddito che hanno un mutuo (tra quelle appartenenti al quartile di reddito più basso la quota si è dimezzata, al 4,8%). “Questa evoluzione”, osserva il rapporto, “riflette in ampia misura le tensioni nell’offerta di credito registrate negli anni scorsi (la percentuale di famiglie che non hanno ottenuto almeno in parte il credito richiesto e’ salita dal 23 al 28%), oltre che la minore domanda di prestiti; contribuisce a spiegare, insieme con l’assenza di bolle speculative sul mercato immobiliare, il volume relativamente basso di insolvenze tra i prestiti alle famiglie”.
Il credito. A riguardo del credito Bankitalia ricorda che i prestiti delle banche a famiglie e imprese riprenderanno a crescere solo nella parte finale del 2012, perché ci vorrà tempo affinchè i fondi Bce affluiscano all’economia. Viene segnalata però una domanda debole dovuta alla recessione e al calo dell’occupazione. Il 60 per cento delle aziende che hanno avuto accesso alla moratoria sui crediti varata nel 2009 (e ora replicata) sono tornate a pagare con regolarità i prestiti. Si escludono così i rischi di “eccessiva tolleranza” dalla misura con il mantenimento di “aziende zombie” e di perdite occultate nei bilanci bancari. L’istituto centrale segnala come la maggiore quota di aziende tornate regolari sia fra coloro che all’avvio presentavano condizioni finanziarie solide (85%). La crescita dei mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si ridurrebbe nell’anno in corso, pur rimanendo positiva, e tornerebbe ad aumentare nel 2013.