Il calcio non è morto, ma come minimo è in terapia intensiva. L’eliminazione del Barcellona dalla semifinale di Champions League ci da la prova definitiva che questo 2012, se non sarà la fine del mondo, come minimo sarà la fine del divertimento nel calcio. Per fortuna che c’è “Ti Amo Campionato” a rallegrarvi con le gesta dei vostri 11 eroi, chiunque essi siano.
Lotta Scudetto
Nonostante la lotta per lo scudetto sia già finita a vantaggio della Juventus, le due squadre, con la costante complicità dei media, si impegnano per far credere che tutto sia ancora possibile. La Juventus, incredibile ma vero, riceve un rigore inesistente nei primi minuti della partita. Lo batte Pirlo, che per la seconda volta consecutiva lo sbaglia e la partita rimane in bilico sino alla fine quando, dopo 49 minuti di preparazione, comprensivi di messa in piega, trucco e pedicure, Borriello entra e addirittura segna il gol della vittoria. Allo stadio San Siro il Milan era impegnato a recitare la parte di “quelli che ancora ci credono”, ed erano talmente convincenti che verso il novantesimo minuto lo stadio esplode. I tifosi si abbracciano, saltano e urlano nemmeno fossero a una gara di Burlesque. Sembra che un infiltrato del Misfatto abbia fatto girare la voce del pareggio in extremis del Cesena. Vorrei dire all’infiltrato che certi scherzi sarebbe meglio evitarli quando in campo c’è un cardiopatico. Scusalo Antonio!
A fine delle due partite va in scena lo stesso demenziale teatrino a distanza tra Allegri, che sta seriamente pensando al cambio di cognome, ed Antonio Conte di Montecristo. Il primo ancora ricorda “il gol di Muntari” e sembra mio nonno quando con voce tremolante racconta le storie della guerra. Il secondo invece ammette sì che il rigore era inesistente ma poi però aggiunge: “cu futte futte Dio perdona a tutte…”, che tradotto significa: “siamo la Juve, se non rubiamo almeno un po’ entriamo in crisi di identità…”. A noi viene il dubbio che oltre ai capelli, ad Antonio Conte abbiano trapiantato anche la faccia da c…omunicatore.
Lotta per il terzo posto
Vi ricordate quando scrissi che la lotta per il terzo posto era di una mediocrità imbarazzante? Mi sbagliavo, è misteriosa e inquietante. I calciatori sembrano temere la terza posizione, pare che una maledizione colpirà chi la raggiunge. I più maligni, fra cui noi, pensano semplicemente che giocare in Champions il mercoledì abolisce di fatto la serata infrasettimanale in discoteca e questo per i nostri strapagati giovani atleti è un sacrificio inaccettabile. La squadra partenopea crede alla prima ipotesi ma vuole provarci comunque, convinta che i “corni” o il santino di S.Gennaro la proteggeranno. I calciatori dell’Inter propendono per la seconda ipotesi ma replicano sdegnosamente: “siamo abituati ad andare in discoteca anche tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, figuriamoci se ci spaventa il turno infrasettimanale”.
Il crollo delle romane è più fragoroso di quello dell’impero romano d’occidente sotto Romolo Augusto. Stavolta non centrano i barbari, bensì i temibili eserciti fiorentini e novaresi. La Lazio falcidiata da 37 infortuni stagionali, smentisce seccamente le accuse di incompetenza attraverso le parole del medico sociale Dottor Saw, (enigmista per gli amici): “Per me parla il mio curriculum, 7 film, mica uno!”.
A falcidiare la Roma non si sa bene cosa sia, molti accusano l’allenatore Luis Enrique, al quale era stato chiesto di portare qui il gioco del Barcellona, ma che per ora da Barcellona ha portato solo la Paella e pure cucinata male. Come vi dicevo in apertura il calcio è vivo, ma che brutta cera che ha…
Buon Calcio a tutti
di Matteo Pontes
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