L'uomo si era rifugiato a Londra e stava per raggiungere la moglie in Bolivia. Gli uomini della Squadra Mobile di Napoli lo hanno catturato con la collaborazione dell'Interpol e di Scotland Yard
Era ricercato dal 4 agosto 1982, quando nel corso di una rapina fu ferito un appuntato di polizia che morì dopo nove giorni di agonia. Gianfranco Techegnè è stato catturato a Londra a quasi trent’anni dall’assalto all’agenzia di pratiche automobilistiche, che si trovava a due passi dal commissariato San Carlo Arena di Napoli, dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli con la collaborazione dell’Interpol e di Scotland Yard. Techegnè, 49 anni, napoletano, dovrà scontare quindici anni e quattro mesi. Vincenzo Truocchio, che all’epoca aveva 36 anni, e un collega videro dalla finestra del commissariato i malviventi entrare nell’agenzia. Quel giorno furono tre i feriti: due agenti e un rapinatore, che fu arrestato dopo essere stato medicato in ospedale.
Il catturato è cognato di Maria Licciardi che ha sposato un suo fratello, Antonio, anche lui ricercato e affiliato all’omonimo clan camorristico di Secondigliano. A giugno il latitante avrebbe dovuto partire per la Bolivia, per raggiungere la moglie, cittadina boliviana, che vive a La Paz, con documenti falsi. Per individuarlo i detective hanno utilizzato le telecamere collocate all’interno di un ufficio postale della capitale britannica; di lui avevano una sola foto risalente al 1982. Poco dopo l’identificazione l’uomo è stato fermato vicino alla sua abitazione. In tasca aveva mille sterline e due carte di credito. A Techegnè – il cui cognome è riportato all’anagrafe anche come “Teghemie” per un errore di trascrizione – è stato sequestrato anche un falso passaporto inglese. I suoi due complici nella rapina mortale furono arrestati e hanno scontato condanne a 25 e 16 anni di carcere.