E' la prima visita ufficiale in Birmania di un membro del governo italiano da 20 anni. Il ministro degli Esteri ha lanciato un appello per la "liberazione incondizionata di tutti i detenuti politici e per la fine delle violenze contro le minoranze etniche"
“L’Italia ha sostenuto il movimento democratico per decenni e ci aspettiamo lo stesso sostegno in futuro” con queste parole è stato accolto il nostro ministro degli Esteri Giulio Terzi a Rangoon in Birmania da Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione alla giunta militare del Myanmar e premio Nobel per la pace. L’incontro si è tenuto nella casa che per per 15 anni è stata la prigione della donna, circostanza significativa e simbolica. Il capo della Farnesina è peraltro il primo ministro italiano in Birmania da 20 anni e il primo ad incontrare il premio Nobel, dopo la sua liberazione nel 2010. Aung è stata appena eletta in parlamento ma non si è ancora insediata per divergenze sul giuramento sulla Costituzione.
La leader della Lega Nazionale per la Democrazia, si è detta fiduciosa del fatto che si possa risolvere l’attuale contrasto con il governo del Myanmar circa la formula del giuramento da pronunciare sulla costituzione vigente, un braccio di ferro che finora ha impedito l’ingresso in parlamento dei 43 deputati del principale movimento di opposizione nell’ex Birmania. “E’ un confronto puramente tecnico, non vogliamo che diventi una questione politica” ha assicurato Suu Kyi.
Al termine dell’incontro il ministro Terzi ha confermato che intende “lavorare insieme con San Suu Kyi e tutte le istituzioni genuinamente impegnate in un efficace processo di transizione democratica”. In particolare, Terzi ha lanciato un appello per la “liberazione incondizionata di tutti i detenuti politici, così come per la fine delle violenze contro le minoranze etniche”. Il ministro ha quindi ribadito quanto detto ieri nell’incontro con il presidente Thein Sein a Naypyidaw: l’apertura della comunità internazionale e la sospensione delle sanzioni europee “saranno irreversibili, se anche il processo democratico sarà irreversibile”. Un cammino su cui Terzi si è detto “cauto ma ottimista”. “Il Myanmar – ha proseguito, citando il nome ufficiale dello Stato asiatico – è ora nella nostra priority list di Paesi cui riserviamo aiuto”.
Anche San Suu Kyi si è detta “cautamente ottimista” sul futuro del proprio paese. La numero uno dell’opposizione birmana ha ripetuto a più riprese la sua “fiducia” nel processo democratico e riformatore avviato dal presidente Thein Sein; sebbene, ha aggiunto, esso “non dipenda dal solo presidente, ma anche dagli altri membri del governo e dall’impegno della gente”.
Terzi ha poi invitato il premio Nobel a visitare l’Italia: “Le ho rinnovato per visitare le molte città italiane che le hanno concesso la cittadinanza onoraria”. Lei estende l’invito a tutti gli italiani: ”Sin dal mio rilascio due anni fa ho detto ai turisti di visitarci, ma che siano responsabili e tengano conto dell’ambiente sociale ed economico del Paese”. Negli anni della dittatura militare la leader dell’opposizione aveva chiesto ai turisti di non visitare la Birmania per non alimentare l’economia del regime.