Un’ombra cala sulla campagna elettorale di Parma. Tra le firme raccolte a sostegno delle liste in campo per le amministrative del 6 e 7 maggio, ce ne sarebbero centinaia di doppie o false. E proprio a questo è legato il motivo per cui Pier Angelo Ablondi, consigliere provinciale e candidato per la Lega Nord nella lista che sostiene Andrea Zorandi, si sarebbe tolto la vita nella notte tra venerdì e sabato scorso.

La Procura di Parma ha aperto un’inchiesta per falso in atto pubblico in cui rischiano di essere coinvolte numerose persone, tra cui anche gli ufficiali pubblici che avevano il compito di autenticare le firme a sostegno delle candidature. Tra questi c’era anche Ablondi, che in quanto consigliere provinciale aveva il potere di autenticare le liste prima della consegna ufficiale. Il candidato si è tolto la vita venerdì scorso, lanciandosi nel vuoto dalla sua abitazione. All’inizio nessuno, nemmeno tra i compagni di partito, riusciva a dare una spiegazione al suo gesto. Il 58enne aveva lasciando un biglietto, il cui contenuto è stato reso noto solo oggi, e che ricondurrebbe le cause del suicidio proprio al ruolo di autenticatore, che lo avrebbe portato a fare un favore a una persona.

“Nella lettera lasciata – ha spiegato il procuratore Gerardo Laguardia – Ablondi indica le ragioni del suo gesto nel fatto di avere autenticato delle firme per fare un favore a una persona che non indica e che in un certo senso incolpa del suo gesto”. La Digos sta cercando di individuare chi sia questa persona a cui Ablondi si riferisce, anche se l’uomo non lo nomina, come non cita le liste coinvolte. Gli inquirenti hanno acquisito il telefono cellulare dell’uomo e stanno lavorando soprattutto sui contatti e sulle chiamate effettuate venerdì per individuare le persone con cui Ablondi ha parlato fino a poche ore prima di togliersi la vita.

Il caso delle firme false o doppie era scoppiato venerdì 20 aprile, quando il procuratore Laguardia aveva aperto un fascicolo per falso in atto pubblico e disposto controlli su tutte le firme a sostegno delle venti liste presentate per le amministrative dopo la falsificazione dell’ex campione Claudio Galli. La firma del pallavolista, che aveva dato il proprio sostegno al candidato civico Roberto Ghiretti, compariva infatti anche in quella de La Destra a sostegno di Priamo Bocchi e per questo era stata sporta una denuncia per falsificazione.

Proprio la sera stessa Ablondi si era tolto la vita, lasciando il biglietto in cui spiegava che la ragione del suo gesto era collegata proprio all’autenticazione delle firme. L’autopsia ha confermato che si è trattato di suicidio e domani si terranno i funerali del 58enne, ma sul caso la Procura ha aperto un fascicolo, anche se si esclude il reato di istigazione al suicidio.

Le indagini puntano anche a fare chiarezza sulla questione delle doppie firme. Dai controlli, è risultato che in tutte le liste presentate gli inquirenti hanno trovato casi di firme doppie. Nell’elenco del procuratore capo non si salva nessuna delle venti liste a sostegno dei dieci candidati sindaco, anche se non è detto che tutte le firme doppie siano state falsificate perché alcuni cittadini potrebbero avere firmato a sostegno di più liste.

Le indagini sono solo alle prime battute e al momento non dovrebbero comportare esclusioni: le firme doppie sono state annullate, ma visto che ogni lista ne aveva presentate in numero superiore a quello necessario per l’accettazione della candidatura, per ora non ci sono conseguenze sulla regolarità delle candidature.

 

 

 

 

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