Almeno 14 persone sono morte e 27 rimaste ferite nella serie di esplosioni avvenute oggi nella città ucraina di Dnipropetrovsk, i primi numeri ufficiali vengono forniti dal ministero per le Emergenze. E’ la città natale della leader dell’opposizione Iulia Timoshenko. “Al momento ne so quanto voi. Sappiamo che vi sono vittime, che vi è stata un’altra esplosione e che si tratta di una grave sfida per l’intero Paese”, con queste parole il presidente Viktor Yanukovych ha ordinato la mobilitazione di tutte le forze di cui dispone il governo per far fronte alla “grave sfida”. “Vi manderemo le nostre forze migliori”, ha detto ai giornalisti e ha aggiunto che sarà istituita immediatamente una commissione d’inchiesta.
Tutte le bombe (una decina) sono state piazzate lungo viale Karl Marx, nei pressi della stazione ferroviaria e gli ordigni sembra che fossero stati nascosti dentro a dei cestini dei rifiuti. La prima deflagrazione, è avvenuta attorno alle 11.50 locali a una fermata dei mezzi pubblici, di fronte al teatro dell’Opera. Mezz’ora dopo, una seconda esplosione di fronte a un cinema. Un terzo ordigno è esploso poco dopo nel parco “Globa” e un quarto alla stessa fermata dei mezzi pubblici della prima bomba.
Nella prima esplosione sono morte cinque persone, la seconda vicino ad un cinema ne ha uccise sette e la terza in un parco cittadino ha provocato due morti, si legge sul sito web del ministero. Dei feriti, 25 sono stati ricoverati in ospedale, e nove di loro sarebbero bambini.
Il capogruppo del partito di Timoshenko, Andri Kozhemiakin dopo aver insinuato che gli ordigni siano stati fatti esplodere perché i media siano costretti a dare meno risalto all’aggressione in carcere della Timoshenko, ha aggiunto: “Noi non possiamo sottovalutare la versione politica, e non escludiamo che i nostri rivali non tenteranno di addossare la responsabilità delle esplosioni sull’opposizione”.
Nelle ultime settimane il paese è stato attraversato da giornate di protesta concentrate sopratutto nella capitale Kiev. I deputati dell’opposizione stanno occupando la Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) per il quarto giorno consecutivo contro la presunta aggressione in carcere alla loro leader, Timoshenko, che ha annunciato tramite il suo avvocato di aver iniziato 8 giorni fa lo sciopero della fame. Secondo l’avvocato della donna, Serghei Vlasenko, avrebbe “ottenuto delle informazioni secondo cui l’ordine di ricorrere alla forza contro di lei” sarebbe stato “dato dal procuratore generale, Viktor Pshonka“, a sua volta istruito dal presidente Yanukovich.
Mentre oggi un corteo di migliaia di persone sta sfilando per le strade del centro di Kiev per protestare contro la detenzione di alcune figure di spicco dell’opposizione ucraina, tra cui l’ex premier Timoshenko.