Sarkozy e Hollande a rischio "droitisation" per dare la caccia ai voti di Marine Le Pen. Il presidente uscente si scaglia contro Draghi ("Non prendo ordini da lui"), il concorrente socialista - sempre più lanciato verso l'Eliseo - parla di "immigrazione economica" e intanto "incassa" la neutralità della Merkel
Continua, giorno dopo giorno, la sfida a distanza tra Nicolas Sarkozy e François Hollande. Il confronto diretto, unico (perché il candidato socialista ha rinviato al mittente la proposta del Presidente uscente di fare ben tre dibattiti televisivi in diretta prima del ballottaggio), è previsto mercoledì prossimo, alla sera. Nell’attesa continuano gli interventi di entrambi, a ruota, sugli stessi media. Ieri sera, sulla tv pubblica France 2, dove Sarkozy si è scagliato contro il presidente della Bce (“Non prendo ordini da Draghi”). Stamani, invece, i due sono intervenuti, ancora una volta live, sulla radio Rtl. Sempre riuscendo a non incontrarsi fisicamente negli studi del media… Stavolta è Hollande ad aver sorpreso. Con la sua determinazione a limitare l’immigrazione di tipo economico. Un riflesso indiretto sul suo discorso della vittoria di Marine Le Pen al primo turno?
“Draghi? Non fissa il mio breviario”. Così ha parlato Sarkozy in tv. E oggi a Parigi le polemiche sono ancora forti.“Non prendo ordini da Draghi e ragiono con la mia testa”, ha aggiunto. Non solo: “Serve la crescita”, ha detto, riferendosi al richiamo del presidente della Banca centrale europea dinanzi all’Europarlamento, “ma ho preso un impegno e voglio che sia chiaro ai francesi. Se avrò un nuovo mandato, saremo al 3% del deficit nel 2013 e allo 0% nel 2016”. Insomma: vuole apparire il rigorista di fronte all’avversario. Tanto più che la sinistra in Francia ha fama di spingere troppo sulla spesa pubblica, quando va al potere. Peccato che, negli ultimi anni, sia stato proprio Sarkozy a portare il deficit pubblico oltre il 5% del Pil. E che nel suo programma economico ora come candidato anche tanti economisti classificati a destra ritengano che i conti non tornino.
Alt all’immigrazione pure dalla sinistra. Ieri sera Hollande è ritornato a prendersela con la Germania, sottolineando che “non può decidere per tutta l’Europa”. Ma in realtà il candidato socialista ha sorpreso con le sue dichiarazioni via Rtl: “E’ vitale nei periodi di crisi imporre dei limiti all’immigrazione di tipo economico. Da dieci anni a questa parte sono arrivati in Francia 200mila nuovi immigrati in media ogni anno: sono troppi”. Se verrà eletto, Hollande chiederà al Parlamento di fissarne una quota annuale autorizzati ad accedere ogni anno al territorio nazionale. “Voglio anche lottare contro l’immigrazione clandestina sul piano economico: non è normale che certi datori di lavoro ricorrano, in maniera cinica, alla manodopera clandestina”. Il socialista ha anche ammesso che intende mantenere la legge sul divieto del burqa nei luoghi pubblici, adottata due anni fa. Queste nuove esternazioni sono interpretate come un suo tentativo di catturare una parte dei consensi strappati domenica scorsa dalla Le Pen. Non è che, dopo la “droitisation”di Sarkozy, in funzione del successo del Front National, assisteremo ora alla “droitisation” di Hollande?
Dalla Merkel all’Economist. Vi ricordate, all’inizio di febbraio, l’intervento in diretta tv con Sarkozy al fianco per indicare ai francesi, senza ambiguità, il “suo” candidato? Ebbene, la cancelliera ha cambiato idea. Sarà che ormai tutti i sondaggi, anche quelli pubblicati oggi, continuano a prevedere la vittoria del candidato socialista, il prossimo 6 maggio… E così Frau Merkel ha oggi dichiarato che “lavoreremo insieme qualunque sia il vincitore”, precisando che “sono entrambi politici pro-europeisti”. Il settimanale inglese The Economist, invece, la sua scelta l’ha fatta. Eccome. Definisce nella sua edizione attuale il socialista Hollande “alquanto pericoloso”.