L'ex ministro per la Semplificazione a Piacenza: "Tutti questi fascicoli aperti a pochi giorni dal voto per le amministrative mi rattristano. Non vedo cosa sarebbe cambiato per i magistrati se avessero accertato la verità una settimana dopo"
L’ex ministro per la Semplificazione ha risposto così a chi gli chiedeva se nella Lega Nord fosse in atto un’emorragia, in particolare dopo la notizia di due nuovi indagati a Bologna per presunti falsi su spese elettorali e la chiamata del parlamentare Gianluca Pini per un interrogatorio in Procura a Forlì, oltre a tutte le altre vicende che stanno colpendo la Lega Nord.
“Credo qualunque momento vada bene per accertare la verità, per indagare, per lasciare svolgere il lavoro ai magistrati ma quando questo capita a una settimana dal voto questo mi rattrista. Non vedo cosa sarebbe cambiato nel farle una settimana dopo”, ha sottolineato Calderoli poco prima di prendere parte al dibattito organizzato dal Carroccio locale, al cui tavolo sedeva anche Angelo Alessandri, altro leghista, dal 2001 segretario della Lega Nord Emilia e fresco di dimissioni dalla carica di presidente del partito (per far posto a Umberto Bossi) e anche lui toccato dallo tsunami politico-giudiziario che ha travolto il fondatore del Carroccio, il figlio Renzo Bossi e la donna forte della Lega Nord, Rosi Mauro.
E per avvalorare la tesi della “pulizia” interna ha ricordato come “ho tenuto una riunione con ottocento militanti della bergamasca, rassegnando le mie dimissioni davanti al presidente Umberto Bossi e al triumvirato. Cosa che persino l’Eco di Bergamo, che non sta sicuramente alla nostra parte, ha considerato una standing ovation a mio favore”.
Il triumviro della Lega ha poi risposto sull’onda di antipolitica che scuote il paese: “Fa paura nel senso che non è sufficiente dire di no” che ha poi precisato come “noi crediamo nella strada che abbiamo sempre intrapreso, nella Lega di lotta e anche di proposta ovvero dire di no alle cose che non vanno bene ma anche tutte quelle proposte che noi abbiamo fatto, raccogliendo firme per iniziative di leggi popolari, come ricetta alternativa a quello che sta proponendo il Governo Monti” ha concluso Calderoli.
E nella sala piena del Park Hotel, quando prende la parola il segretario provinciale Pietro Pisani, il leit motiv è il medesimo, anche se cambia l’obiettivo al quale dare la colpa: “La stampa vive sul gossip, non ce lo meritiamo, sembra tutto orchestrato a dovere”.
Non è mancata, infine, anche una piccola gag alla Calderoli, nel rispondere ai giornalisti sulla ‘rivolta fiscale’ avviata dalla Lega Nord, nello storpiare il nome del presidente dell’Udc, Pierferdinando Casini: “Qualcuno ha detto che è da irresponsabili proporre una cosa del genere. Mi sembra che sia Casorni o Casini… a me sembra da irresponsabili aver votato la reintroduzione della tassa sulla prima casa. E’ un bene, una cosa cara che non dà reddito e quindi impossibile da tassare” ha chiosato l’ex ministro.
di Gianmarco Aimi