Che gli elettori lombardi siano stati truffati non c’è dubbio alcuno. Un migliaio di persone si sono già recate in Procura a testimoniare di non aver mai sottoscritto le liste di Pdl e Lega a sostegno del candidato Presidente Roberto Formigoni, dove invece risultano le loro firme, palesemente scritte dalla stessa mano. Se non fossimo nell’antidemocrazia italiana, il giudice amministrativo avrebbe già dovuto prendere atto, annullare quelle firme, di conseguenza annullare quelle liste, di conseguenza annullare quelle elezioni.
Da settimane tutti i giornali sono pieni di rivelazioni su Daccò, Formigoni e le loro vacanze. Ne discutono i salotti televisivi, con l’immancabile presenza di Formigoni che si difende con grinta, magnificando la (plurisecolare) qualità della sanità lombarda, facendo l’anti-morale sulle vacanze di gruppo, rivendicando di non essere indagato e di non aver alcuna intenzione di dimettersi.
Già, non è indagato, ma rinviato a giudizio, per diffamazione contro Lipparini, Pannella e me, avendo lui gridato al complotto e a inesistenti sparizioni di certificati dopo i controlli dei Radicali sulle sue firme. Già, non ha intenzione di dimettersi, ma lo potrebbe (dovrebbe) fare un giudice, se ne troveremo uno.
La cosa però pare non interessare troppo i media di regime, o comunque molto meno delle vacanze ai Caraibi. Ieri il Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, ha ricevuto un avviso di garanzia proprio sull’esposto Radicale. Il Corriere nazionale non ne parla. Repubblica nelle pagine milanesi intervista Antonio Di Pietro, che pure non ha svolto alcun ruolo nella vicenda. Il fatto che tutto nasca e viva come un’iniziativa dei soli Radicali è rimosso o derubricato a dettaglio di cronaca.
Ci possono essere tre motivi per il maggior risalto alle vacanze misteriose rispetto alla truffa senza misteri: 1. viaggi, cene di lusso, yacht e faccendieri solleticano la pancia del pubblico più di quanto non faccia un pacco di moduli; 2. la truffa elettorale è una pratica trasversalmente diffusa, fisiologica nel sistema dell’antidemocrazia italiana, del quale i media fanno parte integrante; 3. la truffa non è stata scoperta dai magistrati, con successivi politici che commentano parassitariamente al seguito delle inchieste, ma dai Radicali, che hanno costretto la Procura ad occuparsene.
Visto che le vacanze misteriose interessano anche me, conosco la soluzione giusta: sono veri tutti e tre i motivi contemporaneamente.