I cittadini di Aulla non la vogliono pagare. I più 'volenterosi' hanno dato il via a una raccolta firme e si sono rivolti ad un legale per promuovere una class action. Il 25 ottobre scorso il "Magra" è esondato distruggendo case, imprese e causando la morte di due persone. La tassa si riferisce a lavori di manutenzione del 2008
I cittadini di Aulla (Massa Carrara) non ci stanno, la cartella di Equitalia per il pagamento della tassa per la bonifica del fiume Magra, quel corso d’acqua che il 25 ottobre scorso ha cancellato tante imprese, abitazioni e causato la morte di due persone perché gli argini non erano stati manutenuti, non la vogliono pagare. I più volenterosi si stanno organizzando: hanno dato il via a una raccolta firme e si sono rivolti ad un legale per promuovere una class action.
L’importo delle cartelle è molto basso, varia da 20 a 30 euro, Equitalia l’ha recapitata per conto della Comunità montana della Lunigiana che è stata soppressa il 31 dicembre scorso e rimpiazzata dalla neonata Unione dei Comuni, ma non è certo quello il motivo della protesta. L’ira dei cittadini viene dalla data dell’imposta: si riferisce al 2008 per lavori di messa in sicurezza del torrente, ma fu a causa dello stato di mancata manutenzione che il Magra esondò.
L’Autorità di Bacino del fiume Magra conosceva da tempo il rischio idraulico della regione, tanto da evidenziare in rosso (a segnalare il rischio molto elevato) ampie zone delle sue mappe. Ma secondo le denunce di Legambiente si è continuato a costruire ed autorizzare attività commerciali, servizi pubblici ed abitazioni in un’area, prima soggetta alle misure di salvaguardia, e poi dichiarata a “Rischio idraulico molto elevato” con Delibere dell’Autorità di Bacino e dei consigli Regionali di Toscana e Liguria. Ciò nonostante continua Legambiente, nessun Ente preposto ha mai realizzato dispositivi di allerta ed evacuazione adeguati in presenza di allerta meteo diramati, come ampiamente e tristemente confermato il 25 attobre scorso.